da
Nigrizia
Salviamoci con il pianeta
Terra
Alex Zanotelli
È necessario che la
società civile italiana arrivi preparata alla conferenza Onu sullo sviluppo
sostenibile, che si terra a Rio de Janeiro il giugno prossimo.
È incredibile notare quanto in
questo paese si parli di banche, borsa, finanza e quanto poco di ambiente. Il
governo Monti è tutto proteso sulla crescita dimenticando che il Pianeta Terra
non ci sopporta più. È inconcepibile il silenzio che ha circondato la Conferenza
sull'ambiente di Durban (Sudafrica) tenutasi lo scorso dicembre. Silenzio prima,
durante e dopo quell'importante vertice. «Gli abitanti di questo Pianeta - ha
detto giustamente a Durban il noto politologo Noam Chomsky - sono affetti da un
qualche tipo di follia letale».
Sembra quasi che il problema del
surriscaldamento, che è stato al centro delle trattative a Durban, non lo si
voglia affrontare in pubblico dibattito. È un tabù! Eppure è il problema più
grave che ci attanaglia tutti: il Pianeta Terra non ce la fa più con l'Homo
sapiens. Giustamente il teologo australiano Paul Collins ha scritto nel suo
recente libro Judgment Day: «Ritengo che la generazione che va dalla Seconda
Guerra Mondiale ad oggi sarà tra le generazioni più maledette della storia
umana: mai prima di oggi esseri umani hanno talmente degradato e danneggiato il
pianeta Terra».
Eppure questa gravissima crisi
ecologica sembra quasi che non ci tocchi, non ci interroghi, non ci preoccupi.
Dopo la Conferenza dell'Onu di Rio del 1992 (il Vertice della Terra) che aveva
suscitato così tante speranze, l'umanità non ha fatto altro che ignorare o
sottovalutare il dramma ecologico. Abbiamo perfino lasciato decadere,
quest'anno, il Trattato di Kyoto. La comunità scientifica mondiale, che si
esprime tramite l'IPCC, ha continuato ad ammonire tutti che la situazione va
peggiorando. Tutti i tentativi fatti per arrivare ad un accordo sia a Copenhagen
(2009), come a Cancun (2010) e a Durban (2011) sono falliti. «Questa conferenza
di Durban - ha scritto Giuseppe De Marzo, presente al vertice - finisce senza
accordi vincolanti e una volta scaduto Kyoto niente potrà sostituirlo, stando
così le cose. Dovremo aspettare il 2015 o addirittura il 2020».
Ma non abbiamo dieci anni a
disposizione per salvarci! La comunità scientifica ritiene che la temperatura
potrebbe salire di 3-4° centigradi entro la fine del secolo. Per evitare tale
disastro dobbiamo tagliare l'80% delle emissioni di gas serra entro il 2050.
Purtroppo i governi sono oggi prigionieri dei potentati economico-finanziari,
come dei potentati agro-industriali che traggono enormi profitti da questo
sistema. La finanza poi, che è il vero governo mondiale, vuole guadagnare anche
sulla crisi ecologica con la cosiddetta green economy, l'economia verde. È la
finanziarizzazione anche della crisi ecologica.
"Che dobbiamo fare?" è la domanda
che ci viene spesso rivolta.
Dobbiamo prima di tutto rimettere in
discussione il nostro modello di sviluppo e il nostro stile di vita, che
costituiscono la causa fondamentale del disastro ecologico.
Secondo, dobbiamo informare più che
possiamo utilizzando tutti i mezzi perché la gente prenda coscienza della
gravità della crisi ecologica. Mi appello anche ai sacerdoti perché nelle chiese
parlino di tutto questo: è un problema etico morale e teologico.
Terzo, dobbiamo impegnarci a tutti i
livelli: a livello personale e familiare con uno stile di vita più sobrio,
riducendo la dipendenza dal petrolio e potenziando il solare, e a livello locale
(Comuni) con il riciclaggio totale dei rifiuti opponendoci all'inceneritore. A
livello nazionale con un bilancio energetico (mai fatto in Italia!) che riduca
del 30% le emissioni di gas serra entro il 2020. E a livello mondiale con la
costituzione di un Fondo per aiutare i paesi impoveriti a far fronte ai
cambiamenti climatici (sarà l'Africa a pagarne di più le conseguenze!). Questo
lo potremo ottenere tassando le transazioni finanziarie dello 0,05% (la
cosiddetta Tobin tax). Sempre a livello planetario con il riconoscimento non
solo dei diritti dell'uomo ma anche dei diritti della Madre Terra, come ha fatto
l'Ecuador.
È questa la maniera migliore per
prepararci alla grande conferenza sullo sviluppo sostenibile che l'Onu ha
indetto a Rio de Janeiro dal 18 al 23 giugno prossimo…
Uniamoci per assicurare che Rio+20
diventi una grande mobilitazione popolare in grado di fronteggiare la grave
crisi ecologica. La speranza viene dal basso, dalla cittadinanza attiva. Come ce
l'abbiamo fatta per l'acqua, dobbiamo farcela per salvare il Pianeta.
Diamoci da fare perché vinca la vita
di tutti gli esseri umani insieme con il Pianeta Terra. È un unico impegno:
salvare la Vita!
Nigrizia -
13/02/2012
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