Che strano inquinamento
1 luglio 2011Stefano Deliperi*
Marco Agus, barbone nero lungo, ha 51 anni, 35 dei quali passati sulle terre del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Quirra a far pascolare le sue capre. Secondo le cronache giornalistiche, la mattina del 23 giugno 2011 è sotto il Palazzo di Giustizia di Lanusei insieme a 300 “colleghi” pastori, decine di pecore, forme di pecorino e campanacci.
Grida ad alta voce, storpiando il nome: “Fiordaliso affacciati!!!” Protesta – e con lui protestano amministratori locali, pastori, sindacalisti – contro il provvedimento di sequestro cautelare del Poligono che il Procuratore della Repubblica di Lanusei Domenico Fiordalisi ha ottenuto dal G.I.P. del Tribunale di Lanusei Paola Murru.
Il Presidente del Tribunale di Lanusei Sergio Gorjan – contestatissimo dagli avvocati ogliastrini per la sua giurisprudenza – dialoga con i manifestanti, gusta del pecorino e promette il suo interessamento.
Il Procuratore Fiordalisi forse nemmeno sente le grida. E’ impegnato proprio in quei momenti nelle battute finali dell’udienza preliminare relativa alle indagini sull’omicidio dell’imprenditrice Rosanna Fiori, che vedranno rinviare a giudizio ben sette persone davanti alla Corte d’Assise di Cagliari per il prossimo 20 ottobre 2011.
Si tratta delle indagini a un punto morto su uno degli omicidi più efferati dell’Ogliastra degli ultimi decenni riprese proprio dal Procuratore Fiordalisi e portate avanti con tenacia e determinazione. Come in tanti altri casi. Proprio come le indagini sullo “strano” inquinamento di Quirra. Piaccia o no il procuratore d’origine calabrese ha ridato fiducia nello Stato da parte di moltissimi ogliastrini.
Domenico Fiordalisi ha iniziato a fare sopralluoghi, ha dato mandato alla polizia giudiziaria di svolgere tutte le attività di competenza, ha nominato consulenti con domande peritali chiare, ha interrogato testimoni, ha verificato date, immagini, relazioni sanitarie, ha fatto analizzare “reperti”, ha raccolto dati e informazioni dalle fonti più disparate, ha iscritto nel registro degli indagati varie persone, fra cui autori di opache consulenze.
Ha agito quale un magistrato investito delle funzioni inquirenti deve fare, in tutte le direzioni plausibili, senza preconcetti. Ha tratto delle conclusioni provvisorie del suo ampio lavoro: vi sarebbero elementi seri e fondati che proverebbero l’inquinamento ambientale dell’area del Poligono e i rischi sanitari, per cui ha chiesto un provvedimento cautelare e, il 12 maggio 2011, l’ha ottenuto dal G.I.P. Paola Murru. Ora c’è un decreto di sequestro preventivo relativo a quasi tutta l’area del Poligono, dove potrà, però, esser svolta l’attività militare e industriale preventivamente autorizzata dal Ministero della difesa, ma dovranno esser allontanati allevatori e bestiame. Entro il 20 luglio prossimo.
Eventuali proroghe, richieste con vari ricorsi, non sono state accordate proprio per i rischi ambientali e (soprattutto) sanitari. Da qui le contestazioni di sindaci, consiglieri provinciali, sindacati, imprenditori e chi più ne ha più ne metta.
Una delle funzioni fondamentali del sequestro preventivo è quella di evitare che l’eventuale reato abbia ulteriori conseguenze, in questo caso di natura ambientale e sanitaria. La “colpa” del Procuratore Fiordalisi e del Giudice Murru sarebbe quella di essersi convinti che gli elementi fin qui raccolti facciano supporre l’eventuale commissione di reati ambientali e sanitari, con relativi danni e rischi. Finora, infatti, da parte di amministratori locali e regionali, sindacalisti, forze sociali non si sono sentite parole di particolare apprezzamento verso l’operato di un magistrato che ha fatto quello che amministrazioni pubbliche (in primo luogo la Regione autonoma della Sardegna) e la stessa magistratura non hanno fatto per oltre quindici anni, nonostante segnalazioni, esposti, articoli di stampa.
Decine di casi di tumori fra residenti di Quirra e militari, malformazioni di animali con un filo conduttore che appare sempre lo stesso: a Quirra è accaduto nel recente passato qualcosa di strano che ha mutato in qualche misura le condizioni ambientali dell’area e ha provocato pesanti riflessi sulle condizioni della salute pubblica. Dieci allevatori su diciotto, impegnati in sette aziende agro-pastorali sulle dodici esistenti nell’area di Quirra (aziende operanti in un raggio di 2,7 km dal poligono) hanno contratto patologie tumorali nel periodo 2000-2010. Frequenti le malformazioni di animali da allevamento.
Secondo i dati raccolti dal comitato “Gettiamo le basi”, i malati di tumori o linfomi sarebbero complessivamente ben 68 dal 2001 a oggi (23 militari e familiari di militari e lavoratori presso il Poligono, 6 dipendenti della Vitrociset, 21 residenti a Quirra). Non risulta alcuna indagine epidemiologica ufficiale e risolutiva. E sono in tanti, troppi, i soggetti che preferiscono che non si sappia che cosa realmente sia accaduto. Soprattutto in una situazione di grave crisi economico-sociale.
Sembra ancora una volta doveroso ricordare che le indagini sanitarie ed epidemiologiche, nonché i monitoraggi ambientali, devono essere continui, efficaci, trasparenti e pubblici soprattutto quando si riferiscono a dubbi sanitari per la popolazione e ad aree di rilevante interesse ambientale.
Tutto questo deve essere fatto con la massima serietà, senza sensazionalismi da un lato e senza sospetti di insulse accuse di boicottaggio ai danni di chicchessìa. La salute della popolazione e la sicurezza ambientale sono principi imprescindibili di qualsiasi convivenza civile. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico, da parecchi anni impegnata in proposito, sostiene con forza la difficile attività della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lanusei finalizzata alla ricerca della verità e conferma la presentazione di istanza di costituzione di parte civile in un eventuale dibattimento penale.
Invitiamo fin d’ora residenti e militari interessati a contattarci all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com o al numero telefonico 345-0480069: tuteleremo in ogni modo possibile le loro ragioni.
*Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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