La carica dei 101.
101 sono gli alunni della (ex) scuola di Piazza Municipio.
L’azione di lotta portata avanti dal comitato dei genitori degli alunni di piazza Municipio nell’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico, si tinge di tinte fosche. Sabato 17, nell’ambito delle celebrazioni del XXVI Premio Letterario “G.Dessì” i genitori e i loro figli, assieme a semplici cittadini, sfilavano pacificamente con i loro striscioni per la via Roma. Arrivati in Piazza XX Settembre, dove erano in corso cerimonie legate al Premio, si fermavano esponendo i loro striscioni. Uno di questi veniva appeso a una finestra del Monte Granatico, proprio in faccia alla tribuna allestita per la cerimonia stabilita. Il tutto nella massima tranquillità e correttezza. Ebbene, la notte, i soli ignoti hanno provveduto a bruciare lo striscione che, la domenica successiva, appariva ridotto a resti bruciacchiati ai piedi dell’antico muro. Azione di teppistelli del sabato sera? Dal muraglione erano anche scomparsi gli striscioni che pendevano davanti alla piazza…
Domenica 18 è una giornata importante: si svolge la cerimonia di premiazione dei finalisti del Premio Dessì. Ma i soliti rompiscatole del Comitato intervengono a creare ombre nel “paese d’ombre”. Li ritroviamo infatti con i loro striscioni nella Piazza XX Settembre, muti e pacifici, armati solo della loro presenza fisica e degli immancabili striscioni. Molti erano imbavagliati: niente chiasso, niente slogan, niente altoparlanti. Solo una muta presenza. Stranamente i vigili urbani, così assenti nella normalità quotidiana, oggi sono presenti. Anche i carabinieri. Si nota subito un crocicchio di genitori e vigili urbani, si colgono frasi minacciose rivolte ai genitori, si parla di corteo non autorizzato, di possibili denunce, di schedature della DIGOS. Nientemeno! I vigili, non i carabinieri, hanno intimidito e minacciato pacifici cittadini che, senza proferir parola hanno sfilato manifestando solamente il loro pensiero! A questo punto sarebbe d’obbligo, per tutti,chiedersi qualcosa sull’operato intimidatorio dei vigili urbani e sapere dove il loro sproloquio voleva andare a parare. Qui prodest? Direbbero i latini…
Gian Paolo Marcialis
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