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lunedì 4 aprile 2011

da L’Espresso
Migranti, la Banca della Paura
di Ismail Ademi
Seimila persone sono un'inezia, in un Paese di 60 milioni di abitanti. Ma ammassarli a Lampedusa qualche giorno, in favore di telecamere, rende molto. Specie se poi arriva 'l'uomo del fare' e con tre o quattro navi sistema tutto. Piccola storia di un'invasione mediatica vista da un ex migrante divenuto italiano
(01 aprile 2011)
Ismail Ademi, detto Issi, è un giornalista albanese di Albania News www.albanianews.it che vive in Italia da oltre 12 anni. E' anche un mediatore interculturale e svolge il suo lavoro come consulente per aziende, enti pubblici e privati. E' membro e fondatore di molte realtà associative che lavorano sull'immigrazione. Ecco come ha visto, da ex migrante divenuto italiano, quello che è successo nei giorni scorsi a Lampedusa.
Quello che sta andando in scena a Lampedusa è un vero reality della vergogna e della paura indotta con metodi scientifici ben studiati per l'occasione. In un paese normale, che si vanta di fare parte dei 7/8 paesi più industrializzati del mondo, con una popolazione di 60 milioni di abitanti cose di questo tipo non possono e non devono succedere. � impensabile che il sistema vada in tilt per 4 o 6 mila presenze non "previste". Ma andiamo per ordine. Non appena cominciarono le rivoluzioni nei paesi del mondo arabo, Tunisia, Egitto, Algeria, in Italia il governo (e la Lega Nord principalmente) cominciarono a sbandierare in modo preventivo il maggiore dei rischi che l'Italia correva; l'immigrazione clandestina. Quando poi cominciò anche la questione libica, allora Maroni fu categorico, annunciando 'migrazioni bibliche' verso l'Italia.
In tutto lo scacchiere del mondo arabo abbiamo scoperto che le nostre diplomazie e i nostri servizi segreti avevano capito poco di quello che succedeva. Gli europei, e gli italiani soprattutto, erano troppo impegnati a gustarsi le meravigliose spiagge di Sharm El Sheik o Djerba, sentendosi per un attimo ricchi e dimenticando che il cameriere laureato del villaggio turistico forse un giorno si sarebbe stufato di lavorare per 100 dollari al mese. A un certo punto, riprende campo la questione libica. In quel paese l'Italia ha da sempre avuto interessi strategici, e tutti i governo hanno mantenuto rapporti "cordiali" con Gheddafi. Nessuno però si era spinto così oltre, anche a livello di forma, come ha fatto Berlusconi, diventato celebre in Europa per il suo baciamano al dittatore.
Sicché sono francesi, inglesi e statunitensi che - utilizzando basi italiane - cominciano ad attaccare le forze di Gheddafi. L'Italia ci rimane male e tenta un asse con la Germania, che a livello di immaginario non è proprio il massimo. A stretto giro di posta la Merkel si aggrega ad una videoconferenza a 4 con Cameron, Obama e Sarkozy, mentre all'Italia rimane solo l'asse. Intanto i problemi del governo italiano si moltiplicano. Perdita di peso in ambito internazionale, processi vari del premier che in qualche modo vanno bloccati, i Responsabili che chiedono ministeri, parlamento in affanno sui numeri, amministrative in vista.
Cosa fare allora per distogliere l'attenzione del pubblico votante? Semplice, basta chiedere credito ad un banca speciale, che non ti delude mai e offre gli interessi più alti che ci sono sul mercato; la Banca della Paura.
Uno dei strumenti privilegiati di questa banca è il Bancomat Immigrazione, a fido illimitato. Funziona in modo semplice. Ogni volta che hai dei problemi a livello politico, inserisci il bancomat e cominci ad annunciare l'invasione degli immigrati clandestini. Gli autoctoni, complice la crisi e anche l'abbassamento della soglia della vergogna, si incazzano e non ce li vogliono.
A quel punto il governo si propone di fermare l'invasione, che non c'è mai stata, e di rimandare a casa tutti. Per concludere e rendere ancora più credibile la cosa, si annuncia che 'prima di tutto vengono gli italiani'.
La strategia è chiara. Da oltre un mese si annunciano sbarchi biblici. Spesso non arrivano al massimo raggiungono qualche migliaia, e gli italiani non si possono impressionare. La soluzione c'è. Per qualche giorno si lasciano tutti a Lampedusa, perché seimila persone su un isola dove ne vivono duemila, diventa mediaticamente impressionante. Una volta che l'isola viene lasciata riempire in modo irresponsabile, si cominciano a mandare le troupe televisive per dare al telespettatore/televotante la sensazione di che cosa potrebbe accadere domani a casa sua. Quindi il problema è stato creato ad arte, ed ora è 'emergenza immigrazione'. A questo punto si lascia la situazione marcire ancora per qualche giorno, e quando il Parlamento discute il processo breve (che oltre al premier, lascerà fuori carcere stupratori, ladri e quant'altro) il premier "sbarca" a Lampedusa.
Il copione si ripete come in altre occasioni. Entro un paio di giorni verrà tutto sistemato, e per dare sicurezza il premier annuncia di aver comprato casa sull'isola, e di detassare tutti per un anno. Il pubblico da casa si commuove e nelle trasmissioni Mediaset sono in attesa di ricevere qualche "finto" isolano che tessa le lodi del governo. Creato il problema ad arte, offerta la copertura mediatica, trovata la soluzione che viene personificata in prima persona dal capo del governo.
La Lega può dire ai suoi elettori di aver salvato l'Italia dall'invasione, perché questa è la ragione sociale del partito, anche se il federalismo non l'ha ancora fatto. Il premier può far vedere che lui è uomo del fare, e che se scende in campo risolve tutto lui, mentre i comunisti vorrebbero riempire l'Italia di clandestini. E vissero tutti felici e contenti.
La Banca della Paura rende interessi politici altissimi nell'immediato, ma ha dei costi nel medio lungo periodo insostenibili. Questo paese infatti si sta sempre di più imbarbarendo grazie soprattutto all'attacco costante cui è sottoposto da parte di politiche irresponsabili e linguaggi pubblici a volte delinquenziali.


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