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mercoledì 3 agosto 2011

PALESTINA -STORIA



Alla fine del 1800 nasce il movimento sionista, che aspira a riunire tutti gli Ebrei sparpagliati nel mondo in un nuovo stato. E dopo avere vagliato le possibili sedi in cui realizzare tale progetto, la scelta cade sulla Palestina dove viene stabilita la prima colonia sionista, Petach Tiqva, nel 1878. Teodoro Hertzl, fondatore del sionismo, ritiene che le reminiscenze bibliche possano fungere la catalizzatore verso l'immigrazione degli ebrei in Palestina.In effetti, inizialmente i palestinesi accolsero di buon grado i nuovi immigrati.


Le cose iniziarono a cambiare quando fra il 1882 e il 1903, furono circa 25.000 sionisti ad emigrare in Palestina per sfuggire alle persecuzioni in Russia e Polonia, aiutati dalla Banca Ebraica di Rothschild e si aggravarono ulteriormente con la seconda ondata migratoria che avvenne nel 1914 e la Palestina vede raddoppiare il numero degli Ebrei sul suo territorio. Nello stesso anno, Russia, Gran Bretagna e Francia, desiderose di spartirsi l’impero Ottomano, dichiarano guerra alla Turchia, aiutate dal nazionalismo arabo che aspira a conquistare l’indipendenza . Nel 1917 la Gran Bretagna promulga la famosa dichiarazione di Balfour, con cui promette sostegno per “la nascita di un focolare ebreo in Palestina”, nonostante il fatto che gli Ebrei rappresentino meno dell’ 8% della popolazione della Palestina.
La I° guerra mondiale termina con la capitolazione ottomana e,
le grandi potenze
tradiscono i patrioti arabi che le avevano aiutate, e si spartiscono un territorio immenso. Palestina, Giordania, Egitto e Iraq passano sotto il controllo britannico. Il mandato inglese sulla Palestina viene ufficialmente approvato dalla Lega delle Nazioni nel 1922, nonostante il parere negativo espresso dalla commissione d’inchiesta americana King-Crane, inviata in Medio Oriente due anni prima per accertare quali fossero i desideri della popolazione autoctona (questo dimostra chiaramente che la Palestina era già uno stato ). Durante questo periodo l’emigrazione ebraica, aaumenta drammaticamente portando la percentuale di ebrei residenti in Palestina al 20%. La percentuale di terra posseduta dagli ebrei passa dall’ 1,7% del 1920 al 6% nel 1947.

I palestinesi sono stretti tra due fuochi: da un lato le potenze mandatarie e dall’altro un’immigrazione massiccia di ebrei che mina gli equilibri del paese; Grandi scioperi e rivolte arabe infiammano la Palestina finchè gli inglesi decidono finalmente di mettere un freno all’arrivo di ebrei.

A questo punto entra in azione l’attività terroristica dei gruppi paramilitari ebraici (banda Stern, Hagana,Tsel, Irgun, Palmach) rivolta in una triplice direzione:


1) contro gli inglesi (attentato al King David Hotel),
2) contro l’ONU (assassinio dell’inviato delle Nazioni Unite, lo svedese conte Folke Bernadotte, ucciso da elementi della banda Stern a Gerusalemme),
3) contro i palestinesi (innumerevoli e cruenti massacri contro la popolazione civile per spingerla ad abbondanare case e terre, che vengono subito confiscate ed occupate da immigrati ebrei).

Alla fine del 1947 la catastrofe è compiuta. La Gran Bretagna, dopo aver mantenuto tutti i patti stretti con i ricchi ed influenti circoli ebraici europei, rinuncia al mandato ed i sionisti dichiarano la nascita dello stato d’Israele sulla base di una divisione della Palestina che i palestinesi avevano rifiutato, appellandosi al diritto di autodeterminazione dei popoli. Le forze militari israeliane , fin da allora si imposero costringendo la popolazione autoctona ad un esodo di grandissime dimensioni, mai visto prima in nessun luogo del mondo

AL-NAKBA - ﺍﻟﻨﻜﺒـة -La Catastrofe

Al-Nakba è il nome che viene assegnato dalla Palestina all'esodo delle popolazioni arabe, intensificatosi a partire dal 15 maggio 1948, che quando il Regno Unito attribuì ad Israele, la sovranità su quei luoghi.
Il termine "al-Nakba", arabo: ﺍﻟﻨﻜﺒـة‎, significa "catastrofe", viene commemorata ogni anno, dal popolo palestinese per rievocare l'estromissione di buona parte degli abitanti arabi della Palestina dai confini dello Stato d'Israele, nato all'indomani della fine del Mandato Britannico sulla Palestina. Ciò avvenne distruggendo case e coltivazioni e costringendo i legittimi proprietari di quelle terre a spostarsi oltre i confini di quella che fino a quel momento era stata a loro terra. questo sistema di evacuazione viene tutt'ora attuato con mezzi bellici illegali e contravvenendo persino alle leggi internazionali stabiliti dal Patto di Ginevra

Tra il giugno del 1946 e la fine ufficiale della guerra arabo-israeliana (gennaio del 1949), tra i 700'000 e i 900'000 palestinesi furono costretti a lasciare le loro case. Oggi in Medio Oriente vivono 4 milioni e mezzo di rifugiati palestinesi.
Un privilegio negato al milione e 300 mila palestinesi della terza generazione costretti a vivere nei campi profughi della Cisgiordania, della Striscia di Gaza, della Giordania, della Siria e del Libano.

Storia taciuta

Oggi la tragedia del popolo palestinese è legata all'atteggiamento d'Israele, che si ostina a tacere ciò che è realmente avvenuto, con la complicità delle principali potenze mondiali. che temono da una parte e agevolano dall'altra la sua potenza economica monndiale .
Gli israeliani ignorano la storia e la cultura palestinese. Nelle scuole insegnano che questa è la loro terra e che prima che ci arrivassero era disabitata: «Una terra senza popolo per un popolo senza terra» era lo slogan di Israel Zangwill, il leader del movimento sionista. La sua eco si sente ancora oggi.

I palestinesi sono da essi considerati come un popolo povero, ignorante e violento; immagine errata che hanno voluto diffondere nel mondo , per apparire come quel popolo civile costretto a reagire agli atti violenti di questi feroci terroristi.

INTIFADA - انتفاضة

Intifāda (dall'arabo: انتفاضة "intervento", "sussulto") è un termine arabo e significa "rivolta".Con questa parola si identificò la rivolta palestinese contro l'occupazione israeliana e indica anche la debolezza del popolo palestinese e le loro sofferenze sotto l'occupazione israeliana.
L'Intifāda è uno degli aspetti che ha caratterizzato il conflitto israelo-palestinese. diretta a porre fine alla presenza israeliana in Palestina.

La Prima Intifada palestinese ha il suo inizio riconosciuto in un evento avvenuto nel 1987 quando un camion guidato da un colono israeliano travolge due taxi nel campo profughi di Jabaliya. Nell'incidente rimangono uccisi quattro palestinesi. Naturalmente ciò non giustifica una reazione di tale portata...in realtà gli israeliani continuavano ad avanzare nel territorio palestinese , distruggendo case e fissando confini sempre più avanti...provocando morti e dolori che hanno alimentato sentimenti di ribellione. Le violenze e le proteste perdono di intensità nel corso degli anni che seguono, pur non fermandosi mai definitivamente. Questa Prima Intifada si conclude con gli ACCORDI di OSLO (agosto 1993) e la nascita dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Il 28 settembre 2000 esplode la Seconda Intifada palestinese (nota anche come Intifāda di al-Aqsa). quando, l'allora capo dell'opposizione israeliana Ariel Sharon e il suo entourage di 1.000 uomini armati, entrano a Gerusalemme dove sorgono le due antiche moschee (al-Aqsa e la Cupola della Roccia), con l'intento di occuparla .

Addirittura costruiscono "il muro di separazione" che essi chiamano "la barriera di sicurezza"; consiste in un sistema di barriere fisiche costruito da Israele in Cisgiordania , allo scopo ufficiale d'impedire fisicamente ogni intrusione di terroristi palestinesi nel territorio nazionale. Questa barriera, lunga circa 700 km consiste in una successione di muri, trincee e porte elettroniche. Questa barriera è in effetti muro della vergogna . Il muro dell'Apartheid.

Gli israeliani dichiarano che il muro ha evitato gli attentati anti-israeliani dopo la sua costruzione.....ma noi sappiamo bene che tutto ciò è stato fatto per precludere libertà di movimento ai palestinesi, impedendo ,a molti di loro l'accesso alle terre coltivate , provocando l'isolamento di alcuni villaggi, la divisione di intere famiglie, e la certezza che esso rappresenti di fatto una futura frontiera di cui i palestinesi rifiutano il tracciato.
Gerusalemme si è ritrovata divisa in due , da un muro alto 8 metri. Questo muro serpeggia nei quartieri arabi di Gerusalemme e all'altezza del confine fra gli agglomerati di Gerusalemme e di Betlemme. Su tali porzioni il muro è situato fino a 5 km al di là della Linea Verde, all'interno della Cisgiordania. In realtà la linea verde che indica il posizionamento del muro lungo circa 725 km, ingloba la maggior parte delle colonie israeliane e la quasi-totalità dei pozzi spesso si discosta in certi posti a più di 28 chilometri dalla linea verde stabilita e approvata su domanda dei palestinesi e degli Europei dalla Corte Suprema di Giustizia israeliana....ma gli israeliani continuano a fregarsene di accordi e leggi e fanno i propri comodi....sotto l'indifferenza e il silenzio delle potenze mondiali occidentali.
A sud di Gerusalemme e di Betlemme, la barriera, dapprima al livello del blocco di colonie di Gush Etzion, penetra fino a quasi 10 km in Cisgiordania. Basti pensare che Israele sta tentando di eleggere a propria capitale Gerusalemme per capire quali possano essere i suoi programmi espansionistici....visto che Gerusalemme almomento risulterebbe per meta nel territorio palestinese.
Secondo il Dipartimento Palestinese per gli Affari Negoziali e altre fonti, il 45% delle terre coltivate palestinesi (compresa una parte fra le più fertili)[12][13], e un terzo dei pozzi d'acqua della cittadina, si ritrovano all'esterno della barriera, e i contadini devono ormai chiedere permessi alle autorità israeliane per accedere alle loro terre situate dall'altra parte della barriera.
Nel maggio 2004, la costruzione di muri e passaggi obbligati della barriera ha condotto ormai allo sradicamento di 102.320 olivi e piante d'agrumi, demolito 75 acri di serre e 37 km di condotte d'irrigazione. Fino ad oggi la barriera incombe su 15.000 dunum (15 km²) di terre confiscate, a qualche metro soltanto da piccoli villaggi o frazioni.
E' intuibile il grave disagio che questo muro ha creato al popolo palestinese sia a livello sociale che economico, impedendo sia l'entrata che l'uscita di civili che di merci.






E adesso parliamo della Striscia Gaza.

La Striscia di Gaza (in arabo: قطاع غزة ) è un territorio palestinese confinante con Israele e Egitto.
Gaza (in arabo: غزة ) è la più grande città della Striscia di Gaza, è parte dei territori palestinesi. La città, che ha una popolazione di circa 400.000 abitanti, è abitata fin dal 3000 a.C.

Secondo i termini del piano di partizione delle Nazioni Unite del 1947, la zona di Gaza era destinata a diventare parte del un nuovo Stato arabo. Dopo lo scioglimento del Mandato britannico della Palestina, la successiva Guerra arabo-israeliana del 1947-1948 e la dichiarazione d'indipendenza di Israele (maggio 1948), la striscia di Gaza si ritrovò isolata dal restante territorio palestinese, incuneata tra Israele, l'Egitto e con alle spalle il mare. L'Egitto ne assunse quindi l'amministrazione, dal 1949 al 1967. Ai rifugiati palestinesi non venne peraltro mai offerta la cittadinanza egiziana.
Israele ha occupato la Striscia di Gaza di nuovo nel giugno 1967 durante la guerra dei sei giorni (Naksa) . L'occupazione militare è durata per 27 anni, fino al 1994. Tuttavia, secondo gli accordi di Oslo, Israele mantiene il controllo dello spazio aereo, le acque territoriali, l'accesso off-shore marittimo, l'anagrafe della popolazione, l'ingresso degli stranieri, le importazioni e le esportazioni, nonché il sistema fiscale. Rafah è un passaggio che si trova sul confine egiziano.
Nel maggio 1994, a seguito degli accordi israelo-palestinese, noti come accordi di Oslo,
Gran parte della Striscia (tranne che per la liquidazione blocchi militari e le zone insediate) passò sotto il controllo palestinese.

L'Autorità palestinese, guidata da Yasser Arafat, ha scelto la città di Gaza come la sua prima sede provinciale. Nel settembre 1995, Israele e l'OLP firmarono un secondo accordo di pace che estende l'amministrazione dell'Autorità palestinese alla maggior parte delle città della Cisgiordania.

ll 14 agosto 2005 il governo israeliano ha disposto l'evacuazione della popolazione israeliana dalla "Striscia" .


Tutti i coloni che partirono entro la mezzanotte del 16 agosto, ebbero la possibilità di utilizzare mezzi propri e si videro riconosciuto il diritto all'indennizzo stanziato dal governo.
Il 12 settembre 2005 il territorio della Striscia di Gaza passò in mano palestinese, e gli abitanti ebbero accesso alle aree che erano state loro precedentemente vietate. Alcuni palestinesi ne approfittano per vendicarsi dell'occupazione dando fuoco alle sinagoghe abbandonate e a circa 10 milioni di dollari di infrastrutture fra cui serre per coltivazioni.
Il partito palestinese di al-Fatah governò ufficialmente sulla striscia di Gaza, per circa due anni , poi vennero indette nuove elezioni, vinte dal partito islamista Hamas e ritenute regolari da tutti gli osservatori internazionali. La zona dove Hamas ottenne il maggiore appoggio popolare fu la striscia di Gaza.
Hamas, si organizzò militarmente, per timore chee gli sfuggisse di mano il controllo del posto,
e questo non piacque ne' all''Unione europea, che allo agli Stati Uniti, che la tacciarono di essere un'organizzazione terroristica. Di conseguenza . Durante il giugno del 2007 la tensione tra Hamas e al-Fath e Hassam , sfociò in scontri aperti tra le due fazioni che in pochi giorni fecero oltre un centinaio di morti. Il 14 giugno 2007 Hamas, dopo una campagna militare efficace e violenta, conquistò la sede militare dell'ANP arrivando di fatto al controllo dell'intera Striscia di Gaza.
A questo punto iniziò Israele capì che stava perdendo qualsiasi potere sulla Striscia di Gaza ed entrò in conflitto contro Hamas minacciando un embargo verso la Striscia, organizzò inoltre missioni di guerra e eseguì quelli che definì assassini mirati contro esponenti palestinesi giudicati particolarmente pericolosi per la sua sicurezza, che in realtà causarono diverse centinaia di morti palestinesi tra la popolazione della Striscia, Hamas reagì effettuando il lancio di razzi Qassam e tiri di mortaio contro installazioni e città israeliane.Il 1º marzo 2008, l'esercito dello Stato di Israele con l'operazione Inverno caldo invase direttamente la zona, con forze blindate ed aeree. Nell'ambito di una tregua di sei mesi, mediata nel giugno 2008 dall'Egitto, Hamas accettò di porre fine al lancio dei razzi in cambio di un alleggerimento del blocco da parte di Israele. Il cessate-il-fuoco, però, non fu completamente osservato: si sono contati 49 palestinesi uccisi nel periodo di tregua. Inoltre Israele non ha rispettato la parte centrale dell'accordo, che prevedeva l'alleggerimento del blocco: invece dei 450 camion di aiuti giornalieri previsti, al massimo a una settantina era concesso attraversare i confini di Gaza, aggravando le condizioni di vita di una popolazione che sopravvive in gran parte grazie ad aiuti umanitari.
Israele il 4 novembre con un attacco dentro il territorio di Gaza , uccise 6 guerriglieri di Hamas, azione che i palestinesi interpretarono come un'aperta violazione della tregua. A metà dicembre, Hamas, per voce del primo ministro del suo Governo a Gaza, ha dichiarato "Non ci sarà nessun rinnovo della tregua senza un alleggerimento dell'assedio". Hamas risponde alle ostilità il 19 dicembre con lanci di razzi dalla Striscia, Israele astutamente dichiara di voler ripristinare la sicurezza nella zona e, il 27 dicembre 2008 i vertici politici israeliani lanciano l'operazione Piombo fuso contro la Striscia, dichiarando che i bombardamenti aerei sarebbero stati mirati a colpire le postazioni di lancio dei razzi artigianali qassam. Secondo fonti israeliane e filo-israeliane i militanti di Hamas, posizionavano tali rampe in prossimità di scuole, abitazioni civili (nonostante l'opposizione dei proprietari delle abitazioni stesse), ospedali, sedi televisive,.Nonostante la dichiarata intenzione di colpire postazioni di lancio, sedi governative ed altri obiettivi militari, il numero di vittime fra i civili palestinesi è stato alto, anche per via dell'assenza di adeguati rifugi per la popolazione della Striscia e per l'elevata densità di popolazione della stessa. Secondo le stime del ministero della salute palestinese, riprese dall'ONU, gli attacchi avrebbero causato la morte di 1.380 palestinesi (la maggior parte dei quali civili) e il ferimento di 5.380.
La notte del 3 gennaio 2009 è iniziata l'invasione di terra da parte dell'esercito israeliano; la notte del 12 gennaio 2009, invece, per la prima volta nella storia della Striscia, le truppe israeliane penetrano nella città di Gaza, invadendo la periferia. L'avanzata avviene poche ore dopo che il primo ministro Ehud Olmert aveva messo in guardia i militanti di Hamas contro il "pugno di ferro" che si sarebbe abbattuto su di loro se avessero rifiutato di porre fine alle ostilità. Ma le ostilità in effetti erano stati gli israeliani a non averle mai cessate e Hamas si era solo difesa rispondendo all'offensiva con l'operazione Piombo Fuso. israele fa persino uso di armi illegali come le bombe al fosforo bianco. La diplomazia internazionale si è messa in moto per cercare di rilanciare il dialogo tra le due parti. L'Unione Europea, il 15 gennaio scorso, ha approvato una risoluzione in cui viene chiesto il ritiro delle truppe israeliane e l'apertura dei valichi di frontiera per permettere il passaggio degli aiuti umanitari . Israele fa orecchie da mercante e nessuno fa nulla per impedirle il massacro.. Gaza non appartiene a nessuno . lo Stato sovrano è prepotentemente Israele che mantiene il controllo delle frontiere terrestri, ad eccezioni di quelle con l'Egitto, di quelle marine e dello spazio aereo. Subito dopo il ritiro nel 2005 di Israele, il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato, "lo status giuridico delle aree previsto per l'evacuazione non è cambiato". Poco dopo, l'avvocato palestinese-americano Gregory Khalil, ha dichiarato: "Israele ancora controlla ogni persona, ogni bene, letteralmente ogni goccia d'acqua che entra o esce dalla Striscia di Gaza. È pur vero che le sue truppe non ci sono più... ma non vi è ancora la possibilità da parte dell'Autorità palestinese di esercitare il controllo". Anche Human Rights Watch ha contestato che l'occupazione sia effettivamente finita. L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari mantiene un ufficio su "Territorio palestinese occupato", che comprende la stessa Striscia di Gaza. Aprile 2009: Una parte della merce acquistata dai mercanti di Gaza viene trattenuta in magazzini controllati da Israele. Il numero dei beni trattenuti dallo stato ebraico ha recentemente raggiunto i 1.757 contenitori per un valore di circa $ 100 milioni. Oltre Israele, anche l'Egitto è in parte responsabile ad aggravare la situazione economica dei palestinesi. Le autorità egiziane organizzano a Rafah vendite all'asta di beni sequestrati sul territorio egiziano nella parte palestinese della frontiera. Spesso i commercianti egiziani sono la fonte del contrabbando di merci, e a rimettere sono i mercanti palestinesi che pagano per merci che non riceveranno mai. il 31 maggio 2010, una flottiglia di attivisti pro-palestinesi, conosciuta come la "Freedom Flotilla per Gaza", trasportante aiuti umanitari ed altre merci, tra cui un carico di 10.000 tonnellate di calcestruzzo, ha tentato di violare il blocco di Gaza ed è stata intercettata da forze navali israeliane nelle acque internazionali del Mediterraneo, e attaccata.Nove attivisti dell'IHH sono stati uccisi dal commando israeliano, ci sono state dozzine di feriti, e centinaia di arrestati. I soldati israeliani hanno detto di aver utilizzato le armi solo dopo che le loro vite erano state messe in pericolo; nei video ad immagine termica diffusi dall'IDF ed in quelli delle telecamere di sicurezza della nave si vedono i soldati scendere dagli elicotteri e calarsi a bordo della nave, ed un numero elevato di persone presenti sulla tolda della nave prepararsi ad aggredirli con bastoni, coltelli, catene e sbarre metalliche. Funzionari israeliani hanno accusato l'IHH di aver inviato un gruppo di attivisti sulla Mavi Marmara per istigare violenze; la IHH ha respinto le accuse. Le immagini dei video parlano più di ogni parola.
Le navi della Flotta, che battevano bandiere americana, turca, greca e svedese sono salpate dalle coste di Cipro con a bordo 610 persone fra cui 44 tra parlamentari e politici, il Premio Nobel per la pace Mairead Corrigan e lo scrittore svedese Henning Mankell. Molti di loro erano turchi, i restanti appartenevano a vari Paesi:
Funzionari israeliani hanno accusato l'IHH di aver inviato un gruppo di attivisti sulla Mavi Marmara per istigare violenze; la IHH ha respinto le accuse.


www.youtube.com/watch?v=P7tT3FA2vUQ&feature=player_embedded#at=338

www.youtube.com/watch?v=R52mI_rrTNI
La nave turca Mavi Marmara, coinvolta nell'incidente della Freedom Flotilla



Alcuni giorni prima dell'incidente gli organizzatori avevano preannunciato le proprie intenzioni - non tanto di portare aiuti umanitari quanto piuttosto di forzare il blocco - e l'obiettivo di sollevare l'attenzione dell'opinione pubblica in favore di Gaza. Alla notizia il governo di Israele aveva fatto sapere che non avrebbe acconsentito alla violazione del blocco, ed aveva proposto ed organizzato l'accompagnamento delle navi al porto di Ashdod, ed il conseguente trasporto degli aiuti via terra verso Gaza.Il 1º giugno 2010, il presidente egiziano Hosni Mubarak, in risposta diretta agli eventi per quanto riguarda l'incidente della Freedom Flotilla di Gaza, ha aperto il Valico di Rafah a tempo indeterminato. Come risultato, i camion di aiuti sono entrati a Gaza per tutta la mattinata seguente, inoltre sono stati fatti entrare generatori di energia trasportati dalla Mezzaluna Rossa egiziana, e centinaia di abitanti di Gaza che si trovavano in Egitto. Nascono dei movimenti di solidarietà nei confronti dell popolo palestinese:

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