CI SONO LADRE E LADRE
di Paride Leporace - 6 Marzo 2011
La triste storia di S.D.T. stuprata da tre carabinieri e quella di Ruby che spopola a Vienna Entrambe in caserma per furto, ma per la prima nessuna telefonata e nessun affidamento Per S.D.T. 32 anni e ragazza madre quella sera non ha telefonato nessuno alla caserma dei carabinieri del Quadraro a Roma. Non risultava essere nipote di Zapatero né di qualche alto papavero che protegge la sua paperina. Non c'erano pericoli di incidenti diplomatici. Nessuno ha allertato una consigliere regionale ex igienista dentale che si prendesse cura di S. D.T. perché quella donna non aveva segreti inconfessabili da rivelare. I suoi ricordi sono soli quelli di un uomo che la riempiva di botte.
S.D. T. è una ladra come Ruby rubacuori. La ragazza minorenne di cui oggi si cerca un'identità maggiorenne in uno sperduto ufficio del Marocco si era appropriata di un portafogli con molto denaro contante. S. D. T. quella maledetta sera invece in un grande magazzino popolare aveva messo in borsa due capi d'abbigliamento. Lei non frequentava l'Olgettina o i party di Arcore. Niente lavoro, niente soldi e una figlia da crescere. Per lei nessuna difesa quella sera. Neanche la possibilità del fermo alla vicina caserma di Cinecittà. L'unica telefonata per lei serve a reperire una cella di sicurezza. La trovano nella stazione dei carabinieri del Quadraro. Una porta si chiude.
È diversa la cronaca di Ruby rubacuori ladra accertata, presunta minorenne e presunta prostituta. Per lei l'altra sera a Vienna si è spalancato il portone dell'Opera. Il celebre ballo dell'alta società l'ha vista con un abito dorato e le unghie laccate rosso fuoco nel palco di Richard Lugner un re del mattone e del pessimo gusto. Il berlusconismo non è una malattia infettiva solo della nostra nazione.
Quella notte al Quadraro la porta della cella si apre. Non ha telefonato nessuno. S.D.T dorme. Le sollevano la coperta tre carabinieri e un vigile urbano. La donna non comprende ma poi è costretta a comprendere molto bene. Ai magistrati ha raccontato che gli uomini in divisi alticci e ubriachi l'hanno condotta in sala mensa. Le fanno bere del whisky. Iniziano a violentarla a turno. Il tatuaggio di un militare le resta impresso nella mente. Non c'era Dio e non c'era legge nella caserma al Quadraro.
Non c'era legge neanche nell'ufficio dei carabinieri dove S.D. T. ha tentato di denunciare quello che è accaduto. Al posto di polizia del policlinico Casilino la carta bollata ha fatto riapparire lo Stato. I presunti stupratori nelle prime dichiarazioni hanno detto che la donna era consenziente. Come ai tempi del documentario "Processo per stupro". Resterebbe sempre il fatto che un presidio dello Stato sarebbe diventato un'alcova di uomini in servizio. Non poteva telefonare nessuno quella sera al Quadraro. Il premier non dirà nulla di questa storia e neanche il ministro La Russa che ha regalato un anello tricolore a Daniela Santanchè. La legge è uguale per tutti ma non tutte le donne sono uguali. Ruby e S.D.T. Un portafogli e due vestiti. Stesso reato diverso esito. Abusi diversi. Un triste Otto marzo per S. Come sarà l'Otto marzo di Ruby Rubacuori?
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