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sabato 29 ottobre 2011

dal sito di Maria Rita D’Orsogna
Sunday, October 23, 2011

I Moratti a trivellare in Sardegna

Siccome ai Moratti non basta essersi ingoiati le speranze e i sogni di Sarroch, con la sua raffineria Saras che ha di fatto impedito a qualsiasi altra attività sana di svilupparsi sul territorio, ora ci riprovano, questa volta con le trivelle su terraferma.

In questi giorni infatti la Saras si prepara a trivellare in provincia di Oristano, fra i campi di fragole di località Arborea. Hanno già fatto le esplorazioni sismiche, sono contenti di quello che c'è sottoterra e cosi ora partono con il progetto "Eleonora" che include dei pozzi esplorativi.

La tattica è sempre la stessa: del “divide et impera”: prima facciamo innocenti esplorazioni sismiche, e poi facciamo altrettanto innocenti pozzi esplorativi e poi che abbiamo fatto tutto, come facciamo a non fare i pozzi permanenti? Come facciamo a non fare oleodotti? Come facciamo a non fare raffinerie, che quasi sempre sono indispensabili vicino ai luoghi estrattivi?

Il progetto “Eleonora” comprende una area di circa 440 chilometri quadrati che riguarda i territori di Oristano, Cabras, Riola Sardo, Nurachi, Baratili San Pietro, Zeddiani, Tramatza, Solarussa, Siamaggiore, Arborea, Palmas Arborea, Santa Giusta, Marrubiu, Terralba, San Nicolò Arcidano, Uras, Mogoro e, in provincia del Medio Campidano, Guspini.

E poco importa ai Moratti che lì ci siano campi di fragole che non hanno niente a che vedere con le trivelle, cosi come non ce li avevano i vigneti di Viggiano e non glien'è importato niente all'ENI.

E la regione Sardegna? Secondo la Nuova Sardegna, l'assessore all'ambiente e le autorità della provincia di Oristano nel 2010 autorizzarono le esplorazioni perché si riteneva che

"il territorio non corresse alcun pericolo ambientale dall’attività di ricerca della Saras"

e che

«nonostante nell’area che delimita il permesso minerario siano presenti diversi vincoli idrogeologici e forestali, poiché i lavori previsti non modificano lo stato dei luoghi, non è necessario rilasciare alcuna autorizzazione».

I lavori previsti non modificano lo stato dei luoghi? Ma questi dove vivono? Possibile che non riescano a vedere il tutto in un’ottica lungimirante? Possibile che non sappiano di cosa succede in Basilicata? Possibile che non si chiedano che significa avere sul territorio trivelle, e poi oleodotti, perdite, strade e camion di petrolio, possibili raffinerie, inquinamento per 30, 40 anni?

Possibile che non si chiedano quali saranno gli effetti a lungo termine di trivelle ed esalazioni sulle fragole e sull'agricoltura in generale? In Basilicata hanno inquinato campi, laghi, e si ritrovano oggi con un pugno di mosche in mano e petrolio dappertutto, pure nel miele.

Ai sardi posso solo dire che è tutto scritto, tutto discusso, tutto già visto: vi racconteranno le stesse balle che hanno raccontato agli Abruzzesi, ai Lucani, ai Pugliesi, ai Siciliani, ai Lombardi: che il petrolio vi porterà lavoro e ricchezza e che l'agricoltura e il vostro modo di vivere non cambierà.

Non credetegli. Non c'è un solo buon motivo per petrolizzare il vostro territorio: in Italia abbiamo del petrolio in generale di qualità scadente e inquinante, le leggi di protezione per l'ambiente sono pessime, abbiamo un territorio fragile, le royalties sono basse, distruggeranno l'agricoltura, e qualsiasi sogno di turismo e di sviluppo sano e variegato.

Non esiste nessuna comunità al mondo - che io sappia - che è felice di vivere accanto a pozzi e raffinerie.

E si qualcuno si arricchirà, ma quelli non siete voi, saranno i Moratti.


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