Post più popolari

martedì 30 agosto 2011

Lasciate ogni speranza...
Questi se ne devono andare. Sono attaccati agli scogli e al potere come delle cozze. Cozze paracule. Loro sono il problema, non la crisi economica. Qualunque sacrificio può essere accettabile, ma non proposto da chi ha distrutto il Paese e adesso ti spiega anche come uscirne.
Il pararaculo attacca la partitocrazia, ma candida il figlio a consigliere regionale.
Il paraculo ti spiega che la prescrizione per Penati è diversa e i soldi il partito non li ha mai visti.
Il paraculo fa riferimenti storici, da Waterloo alla Westfalia, a un pubblico di paraculi ciellini invece di chiedere scusa dopo dieci anni di gestione fallimentare dell'economia del Paese.
Il paraculo raccoglie firme per cancellare la legge porcellum dopo non aver mosso un dito in due anni di governo, ogni riferimento a Prodi non è casuale.
Il paraculo si tiene ben stretti la pensione parlamentare, i finanziamenti pubblici da un miliardo di euro, ma chiede sacrifici (necessari...) al Paese.
Il paraculo critica ogni manovra del Governo, ma poi la vota.
Il paraculo vorrebbe abolire lo Scudo Fiscale che il suo partito ha contribuito a far diventare legge.
Il paraculo ha voluto lui l'acqua pubblica, ma solo dopo che è passato il referendum.
Il paraculo vuole abolire le province mentre candida consiglieri provinciali in tutta Italia.
Il paraculo non vuole l'EXPO 2015, ma poi deve farlo per evitare una brutta figura.
Il paraculo paga i giornalisti paraculi attraverso i finanziamenti all'editoria per poter dire paraculate dalla mattina alla sera senza uno straccio di domanda.
Il paraculo proibisce i Pacs e poi va a troie.
Il paraculo è solo chiacchiere e distintivo, ma quel distintivo nessuno glielo ha dato. Il Parlamento è stato eletto con una legge incostituzionale. Formigoni e Errani sono presidenti di Regione illegittimi per aver superato due legislature consecutive.
Il paraculo vive grazie all'assenza di memoria dell'italiano, può dire ciò che vuole, sicuro che domani ogni parola sarà dimenticata. Solo un popolo senza memoria e senza dignità può essere governato a lungo da dei paraculi. Noi siamo quel popolo.

lunedì 29 agosto 2011

LIBIA E SIRIA

Parvus bellum in principio fiet magnus in termino?

 


1°) LA LIBIA

*

Prologo

Il professor Agostino Sanfratello, che risiede in Libano e può seguire da vicino lo svolgersi delle rivoluzioni “primaverili” del medio oriente, ha scritto tre articoli molto interessanti per potere capire cosa sta succedendo realmente in Libia (Tunisia, Egitto e Siria).

*

Prima Parte

Libia, un avvenire incerto e pericoloso

●Il primo articolo (molto corposo di 41 pagine) è stato ripreso dal Centre Français de Recherche sur le Renseignement (www.cf2r.org) e dal Centre international de recherche t d’études sur le terrorisme et d’Aide aux victime du terrorisme (www.ciret-avt.com) e risale al 30 maggio del 2011. Esso s’intitola: "Libia, un avvenire incerto" ed è stato scritto in cooperazione da varie personalità: per esempio madame Sayda BenHabyles (un ex Ministro dell’Algeria); madame Roumiana Ougartchinska (una famosa giornalista ungherese), monsieur Yves Bonnet (un ex Prefetto ed ex Deputato francese).

●Esso constata, in primo luogo, pur non parteggiando per la rivoluzione del 1969 che portò il colonnello Gheddafi al potere in Libia, che l’attuale “rivoluzione” libica non è ‘democratica’ e neppure spontanea. Innanzitutto è un sollevamento della Libia nord orientale (Cirenaica, con Bengasi come “capitale”)[1], confinante con l’Egitto e affacciantesi sul Mar Mediterraneo (porto di Tobruk), contro la Libia nord occidentale (Tripolitania), con Tripoli come capitale, affacciantesi sul Mediterraneo col porto di Tripoli stessa, confinante con la Tunisia e più al sud con l’Algeria. La parte meridionale della Libia è quasi interamente desertica (Saara) e confina a sud est col Ciad e a sud ovest con la Nigeria.

●In secondo luogo l’attuale “rivoluzione” pilotata dagli Usa, dalla Francia e dalla Gran Bretagna, dietro la regia occulta di Israele[2], è una sorta di revanscismo della monarchia Senoussita abbattuta dalla rivoluzione nazional-popolare di Gheddafi. Infine essa contiene fermenti che vorrebbero instaurare in Libia un islam radicale combattuto da Gheddafi, come è avvenuto nell’Irak baathista di Saddam Hussein. La Cirenaica è stata dal 2003 il Paese arabo che ha inviato il maggior numero di combattenti jadisti in Irak contro gli Usa. Le forze ribelli a Gheddafi in sé sono inconsistenti e sono state armate e difese dai bombardamenti a tappeto della Nato per sei mesi consecutivi, protrattisi notte e giorno, anche su civili innocenti sia della Tripolitania sia della Cirenaica, come ha dichiarato più volte l’Arcivescovo di Tripoli mons. Martinelli.



VIDEO: Vescovo di Tripoli: "la guerra è per il petrolio libico..."
http://www.youtube.com/watch?v=IrrhuJ3FVno



Quindi non è azzardato prevedere che il futuro libico sarà molto simile a quello irakeno: caos, integralisti che si combattono a vicenda, anarchia, sfruttamento del petrolio e gas locale da parte dell’America & satelliti…

La Libia e la ‘liberazione della Palestina’

Gheddafi (come Saddam, Assad e Nasrhallah) ha sempre sostenuto, sin dal 1969, la causa della liberazione della Palestina di Arafat e poi di Hamas dal giogo sionista. Quindi egli è stato avversato da Usa e Israele come anti-sionista. Ora, questo “crimine” non cade in prescrizione e prima o poi lo si sconta in maniera cruenta o meno.

Lo ‘Stato sociale’ ben funzionante in Libia

Come l’Italia, la Germania, la Spagna e il Portogallo, che negli anni Trenta-Quaranta avevano realizzato uno ‘Stato sociale’ ben funzionante, il quale dava fastidio sia al collettivismo comunista sovietico dell’est, sia all’individualismo liberista anglo-americano dell’ovest, furono annientate (le prime due in maniera cruenta nel 1945 e le altre due in maniera più soffice negli anni Sessanta-Settanta) così la Libia è pericolosa oggi per la demo-plutocrazia occidentale (essendo venuto meno il giogo giudaico-sovietico alla fine degli anni Ottanta), la quale cerca di annientare un progetto e un sistema sociale ben funzionante, unito ad un governo forte, che garantisce la pace e tranquillità interna: due elementi (socialità e fortezza) aborriti dal liberalismo. Nel 1969, sotto la monarchia Senoussita, il popolo libico era uno dei più poveri al mondo (Libia un avvenire incerto, www.cf2r.org e www.ciret-avt.com, 30 maggio del 2011, p. 8). Oggi, grazie allo Stato sociale gheddafiano, i cittadini dell’Africa bianca o mediterranea libica gioiscono (o meglio gioivano) di uno dei più alti livelli di benessere socio-economico del mondo arabo e il più alto dell’Africa intera. Ogni libico è proprietario della sua casa, di una vettura; il sistema pubblico sanitario è gratuito ed è uno dei migliori del mondo arabo, l’educazione pubblica è gratuita ed aperta anche alle donne, cosa impensabile in un Paese islamico radicale. Certamente tale sistema sociale dà fastidio, oggi più che mai, all’America, ove pochi hanno una casa e chi ha cercato di comprarla con un mutuo ha perso il denaro e l’abitazione, la sanità è solamente privata e non gratuita, per cui chi non ha i dollari può anche morire senza nessuna cura da parte dello Stato, l’educazione è a carico dello studente, le strade in molti Stati degli Usa hanno perso l’asfaltatura, poiché i Governi locali non sono più in grado di mantenerla. In più e soprattutto il petrolio e il gas libico fanno gola a molti, tra cui i “padroni” attuali del mondo; fra di essi anche la Francia comincia a ri-sgomitare per contendere la grandeur europea all’Inghilterra e alla Germania, ma invano. Infatti la Germania molto più realisticamente si è tenuta fuori da questo brutto e sporco affare, l’Inghilterra gode sempre dell’appoggio “filiale” americano, mentre l’Italia ha dovuto cedere alle pressioni americane e rimetterci di tasca propria, poiché aveva stipulato dei contratti con Gheddafi sia per quanto riguarda il gas che il petrolio e sia per arginare l’emigrazione, che dall’Africa si riversa soprattutto in Sicilia[3] e nel resto dell’Italia, non volendo la Francia gli emigranti, ma desiderando il petrolio ed il gas del loro Paese (ivi). Sarkozy, che aveva promesso all’America di “spezzare le reni alla Libia” in tre giorni ha dovuto farsi aiutare dall’Inghilterra e cosa assai umiliante per la Sua Grandeur anche dall’Italietta di Silvio Berlusconi per poter invadere Tripoli dopo 1800 giorni circa.

Un recente ‘tentativo di apertura’ rifiutato

Gheddafi e soprattutto suo figlio Saif-al-Islàm già dal 2003 (con l’invasione americana dell’Irak), poi nel 2009 mediante rapporti bilaterali con i Paesi occidentali (Usa[4], Francia[5], Inghilterra[6], Italia[7]) e soprattutto in questi ultimi tempi, dopo le “rivoluzioni” pilotate in Tunisia ed Egitto, che ancora non avevano lambito la Libia, ha cercato, schierandosi ancora più marcatamente contro Al Queida, di prevenire una possibile contestazione etero-diretta tentando di ammorbidire la forma autoritaria del suo regime ma la “rivoluzione” primaverile ha “restaurato” il clima invernale.

La Cina contro l’America in Libia


Secondo gli analisti l’era americana sta per finire in Africa e sta per essere sorpassata (si dice al massimo entro 5 anni) dalla Cina (Ib, p. 32). Perciò Washington vuole cacciare subito Gheddafi per evitare il sorpasso cinese.


VIDEO: Libia: come e perchè la guerra
http://www.youtube.com/watch?v=3lrDGa5UWg4



Seconda Parte

*

Il Secondo articolo ripreso dal professor Sanfratello è quello di Éric Denece “Le rivoluzioni arabe sono soltanto colpi di Stato militari mascherati”, in La Tribune, 1° giugno 2011 (www.latribune.fr). Denece che è il Direttore del Centre français de recherche sur le reinsegnement afferma che le “rivoluzioni” arabe del 2011 sono state preparate a partire dal 2007-2008. Il procedere della “rivoluzione” (in realtà ‘restaurazione’) “araba” (in realtà ‘giudaico-americana’) della primavera 2011 – secondo l’Autore – è lo stesso di quello che ha preceduto negli anni Novanta lo smembramento della Russia, la rivoluzione ucraina e quella della Georgia. «La settimana precedente gli avvenimenti [della primavera araba del 2011] i più alti gradi dell’esercito della Tunisia e dell’Egitto si sono recati a Washington, che ha assicurato il finanziamento della rivolta “popolare”» (Ib., p. 2). L’Autore nota come durante le manifestazioni non sia apparso nessuno slogan anti-israeliano nelle piazze del Cairo e di Tunisi. Infatti il nuovo regime egiziano avrebbe promesso agli Usa l’accettazione degli accordi di Camp David II (2000) , che Arafat rifiutò in quanto avrebbero concesso a Israele l’80% della Palestina e il 20% ai Palestinesi. In Tunisia lo stesso. Si è trattato solo di far posto ad una classe dirigente più giovane, ma sostanzialmente eguale alla vecchia, che in più fosse pienamente allineata ai diktat di Washington in favore dello Stato d’Israele (Ib., p. 3).




Terza parte

*

Il terzo articolo ripreso da Sanfratello è di Joseph Kishore si intitola La politica degli omicidi mirati degli Stati Uniti d’America in www.wsws.org. Risale al 1° luglio del 2011. L’Autore sostiene che la “strategia degli Usa e della Nato ha come scopo sempre di più “l’omicidio politico mirato” (Ib., p. 1). Ciò si è verificato specialmente con Gheddafi (come avveniva per Arafat), quando la sua residenza è stata bombardata ed alcuni membri della sua famiglia (anche bambini di pochi mesi) sono stati assassinati assieme ad altre 1300 persone in poche ore. La Nato ha impiegato la forza aerea per uccidere il leader libico e cambiare regime. Obama per giustificare il tentativo di assassinare Gheddafi ha sostenuto che questi, prima ancora di Osama bin Ladèn, ha ucciso molti più americani di qualsiasi terrorista esistente sulla faccia della terra (Ib., p. 3). Nel 2003 la Libia aveva fermato il suo sistema di armamento nucleare. Nel 2009 il figlio di Gheddafi è stato ricevuto in Usa da Hillary Clinton. “Si vis pacem para bellum”… L’esempio libico spingerà sempre di più molti Paesi a dotarsi di armamento atomico come deterrente difensivo. Infatti sarebbe una follia intraprendere una guerra atomica offensiva, date le conseguenze di essa. È quello che aveva capito Saddam, ma gli è stato impedito ed è ciò che sta realizzando Akhmadinejead.

●La Rivista Military Technology diretta da Ezio Bonsignore nel giugno del 2011 ha spiegato che tutto è cominciato quando Gheddafi ha disarmato la Libia attorno al 2003 e che la disfatta di Tripoli è stata dovuta non all’avanzata dei ribelli della Cirenaica, ma all’attracco via mare dei militari Italiani, Francesi ed Inglesi il sabato 13 agosto, trasportati da due navi italiane (v. Fabio Mini, Guerra dopo la guerra, Torino, Einaudi, 2006; Id., Soldati, Torino, Einaudi, 2009). L’Italia avrebbe contribuito più di tutti all’attacco, poiché geograficamente più vicina alla Libia. Infatti la Francia della Corsica è troppo fuori mano ed ha una sola porta aerei per di più obsoleta. L’Inghilterra non ha porta aerei in loco e da Cipro può raggiungere balisticamente solo la Cirenaica e non la Tripolitania. Resta l’Italia, che dalla Sicilia si trova a 400 Km soltanto dalla costa di Tripoli ed ha imbarcato francesi, inglesi ed italiani per abbattere “democraticamente” il “tiranno”, con il quale appena qualche mese prima aveva stipulato trattati di affari. “Pecunia non olet”.

*

2°) LA SIRIA



Justin Raimondo ha scritto un interessante articolo intitolato D-Day for Damascus? sul sito www.originalantiwar.com il 18 agosto 2001 e tradotto in italiano da www.comedonchisciotte.org. L’Autore scrive che gli Usa e Israele si stanno servendo di alcuni gruppi islamismi radicali per omicidi mirati di agenti di polizia siriani al fine di suscitare una reazione forte del regime di Assad e di giustificare un intervento straniero, come è successo in Libia. La manovalanza assassina dei poliziotti siriani (9 il 10 aprile e un centinaio il 14) sarebbe composta dagli stessi combattenti islamismi radicali anti baathisti che in Irak hanno combattuto prima Saddam Hussein e poi gli Usa ed ora rivolgono i loro fucili contro i baathisti siriani (Ib., p. 2). «Si tratta di una replica dello scenario libico, dove la fazione dei ribelli […] presenta numerosi componenti islamisti, alcuni dei quali avevano realmente combattuto in Irak» (Ib., p. 3). Ma quel che sta succedendo in Siria potrà avere conseguenze molto più gravi di quello che è successo in Libia. Infatti la Siria geograficamente è il cuscinetto tra Libano, Israele, Palestinesi, Iran. Quest’ultimo sembra essere l’obiettivo finale di tutte le “rivoluzioni” primaverili arabe. «Il piano sarebbe quello di far cadere l’Iran nel trabocchetto di sostenere la Siria sino al punto di non potersi più tirare in dietro ed essere aggredito assieme ad essa e permettere a Israele ed Usa di bombardare Teheran» (Ib., p. 3). L’Irak, l’Afghanistan e il Pakistan, ove già si trova l’esercito americano e della Nato, sarebbero la zona limitrofa alla Persia dalla quale scagliare l’attacco. Tale azione di guerra inizierebbe con un attacco aereo, come in Libia, soprattutto contro la marina siriana, poi sulle installazioni militari fondamentali di terra. «Israele sarebbe il primo beneficiario di questa politica» (Ib., p. 4). Il progetto è nato già dai tempi di Bush jr. il quale dopo l’11 settembre 2001 aveva lanciato la campagna contro l’Irak, l’Iran, la Siria e la Libia (gli “Stati canaglia”). Inoltre oggi con la grave crisi economico-finanziaria, che ha portato gli Usa sull’orlo del “fallimento”, una guerra mondiale potrebbe aiutare Keynesianamente[8] (come nel post 1929) l’economia americana a risollevarsi (come successe nel 1945) e distogliere l’attenzione del popolo statunitense dai problemi di casa propria, che sono abbastanza gravi.

*

Conclusione

La lezione libico-siriana ci insegna che:

1°) le recentissime rivoluzioni arabe, come quasi tutti i movimenti storici importanti che decidono le sorti del mondo, non sono spontanei, non nascono dalla protesta popolare, ma sono pilotati dai “poteri forti” (economici, bellici e geopolitici).

2°) La rivoluzione libica è stata pilotata da Israele e Usa, che si son serviti come piattaforma della Nato e sul luogo da elementi islamismi radicali, per abbattere un regime socialmente funzionante e politicamente stabile e forte. I “padroni di questo mondo” vogliono esportare l’instabilità, il caos, il disordine dappertutto. Il mondo arabo ancora resisteva ed ora si cerca di abbatterlo. Il fatto che ci si serva di islamisti radicali contro regimi baathisti nazional-popolari significa che il nemico del teoconservatorismo israelo-americano non è l’islam teologico, ma il mondo arabo non ancora corrotto dai principi della Rivoluzione inglese (1642), americana (1776) e francese (1789).

3°) L’anti-sionismo è diventato il male assoluto che va punito immancabilmente, presto o tardi. Gheddafi lo sta sperimentando assieme ad Assad sulla propria pelle. I “ribelli” vincitori, invece, ottengono i loro “trenta denari” poiché accettano il piano dell’accordo di Camp David, rifiutato da Arafat e dal suo alleato più fidato Saddam Hussein, il quale prevedeva la concessione dell’80% del territorio palestinese a Israele.

4°) I veri Stati canaglia sono quelli che portano avanti la politica degli omicidi mirati (Usa e Israele). Senza per questo far della Libia un secondo “paradiso terrestre”. Ogni manicheismo è sempre ridicolo e irreale, ma nel male e nel bene ci sono pur sempre delle sfumature. “Vae victis!”.

5°) “Si vis pacem para nuclearem”. L’unico deterrente difensivo che possa oggi come oggi tenere a bada gli “Stati canaglia” con la “pistola fumante” ancora in pugno. Sarebbe pazzesco pensare all’atomica come arma offensiva, date le conseguenze realmente catastrofiche del suo utilizzo.

6°) La Siria non è il termine dell’ondata “rivoluzionaria” primaverile. Infatti il fine prossimo è Assad, ma il fine remoto è l’Iran, che viene spinto a cadere nella trappola di difendere militarmente la Siria per poter essere bombardato e distrutto.

7°) Questo piano risale all’immediato post 11 settembre 2001, è stato realizzato inizialmente nel 2003 con l’invasione dell’Irak e perfezionato nel 2009 col disarmo accettato dalla Libia. Guai ad arrendersi. Boia chi molla e chi mollerà!

8°) Il fallimento economico degli Usa, che sta travolgendo anche l’Europa, può essere sanato come diceva Keynes mediante la conflagrazione di una guerra mondiale, che faccia vendere armi all’America, faccia indebitare i co-belligeranti (come successe alla GB di Churchill) e strozzi usuraiamente i perdenti.

●Siamo giunti alla soglia di una terza guerra mondiale? Temo di sì.

d. CURZIO NITOGLIA

 

27 agosto 2011



 

[1] La Cirenaica con Bengasi è un focolaio di estremisti musulmani (La Libia un avvenire incerto, www.cf2r.org; www.ciret-avt.com, p. 13).
[2] Israele sarà riconosciuta dai ribelli del CNT (Comitato Nazionale Transitorio).
[3] La stampa di “regime democratico” non ci dice che in Libia lavorano circa tre milioni di immigrati (Ibidem, p. 9).
[4] Nel 2009 i servizi segreti libici hanno cooperato contro il terrorismo qaidista assieme alla Cia (Ib., p. 11). Inoltre durante la “rivoluzione” attuale numerose unità della Cia sono state paracadutate il Libia per istruire gli “insorti” (Ib., p. 30).
[5] La Francia ha inviato molti cannoni da 105 mm e batterie antiaeree ai ribelli di Bengasi (Ib., p. 31).
[6] Idem con l’Mi-5 e l’Mi-6 britannici, cercando di infiltrare agenti del controspionaggio negli ambienti islamici radicali di Londra (ivi). Circa una quindicina di membri del Secret Intelligence Service  (SIS) sono stati inviati recentemente in Cirenaica (Ib., p. 31).
[7] L’Italia avrebbe fornito istruttori militari ai rivoltosi ed aerei bombardieri alla Nato.
[8] John Maynard Keynes (1883-1946) economista inglese, che addolcì il liberalismo puro, ammettendo un certo intervento dello Stato nelle materie economiche.

giovedì 25 agosto 2011

Il prete ingordo.
E alla fine tradì il voto di povertà per trenta... centesimi. O anche meno. Rigorosamente da pagarsi, però, con monete in lega «nordic gold», quella dei dieci, venti e cinquanta centesimi di euro.
O in tagli superiori, preferibilmente, ça va sans dire, quelli su carta. Le monetine di rame da uno, due e cinque, invece, il prete non le vuole, le scarta, le butta: sono peggio che lo sterco del demonio.La vicenda è controversa, come molte che avvengono nei paesini dell’Italia profonda, ma è indicativa del fatto che i sacerdoti, pure quelli metropolitani, negli ultimi tempi sono sempre più insofferenti davanti a certi comportamenti dei loro fedeli: tanto da redarguirli senza troppi scrupoli, dal pulpito o con cartelli affissi negli ingressi delle chiese.C’è il sacerdote che se la prende con chi tiene acceso il cellulare durante la funzione, con chi si veste «troppo poco» per un luogo sacro, e con chi lascia i centesimi di rame nel cestino delle offerte.Quest’ultima è accaduta ad Atella, comune di quasi quattromila abitanti in provincia di Potenza. Qualche settimana fa Don Domenico Traversi, più conosciuto come padre Bernardino, alla predica della seconda messa domenicale nella cattedrale di Santa Maria ad Nives è sbottato coi fedeli: «Per favore, niente inutili monetine di rame nel cestino delle offerte». Inutili? Forse per Finlandia e Paesi Bassi, che poco dopo l’arrivo della moneta unica presero la decisione, da vere nazioni upper middle class, di eliminare i tagli da uno e due centesimi... Tuttavia il prete ha fatto proseliti in loco: poco dopo la sua predica un fruttivendolo di un paese vicino, San Fele, ha fatto sapere ai suoi clienti che avrebbe alzato i prezzi di frutta e verdura a un euro o un euro e mezzo, in modo da evitare di dare il resto in «odiosi spiccioli di rame».La Gazzetta del mezzogiorno (per la penna di Benedetto Carlucci), seguita da Tgcom e altre testate on line, hanno ripreso la notizia della predica-condanna dei centesimi di rame: e gira voce che altri parroci della provincia di Potenza, sentiti da un cronista della Gazzetta, abbiano dato il loro endorsement privato a Don Domenico, anche se probabilmente non prenderanno posizione durante la messa. Era comunque già la seconda volta che don Domenico chiedeva offerte «più congrue», insomma, «soldi veri».
Alla fine, Don Domenico dev’essersi accorto di essere andato un po’ troppo in là. Quando l’abbiamo raggiunto al telefono della sagrestia ha infatti preso le distanze dalle sue stesse parole: «In verità tengo tutte le monete, però è vero: quelle di rame è più difficile farsele cambiare, me le accetta solo un tabaccaio qui vicino. E poi, quando c’è da fare lavori alla chiesa, quelle di rame valgono ben poco. Anche nella vita di tutti i giorni: se perdo una moneta di un centesimo non me ne preoccupo, se ne perdo una da due euro sì. Questa notizia che si è diffusa dev’essere stata un fraintendimento, anche se sono diventato celebre». La smentita della smentita di Don Domenico ci arriva tuttavia da Carlucci: «Ero in chiesa, ho sentito con le mie orecchie, come tutti gli altri parrocchiani. Ad ogni modo stimo padre Bernardino, tiene sempre sul tavolo una foto di San Pio, di cui lo reputo un collega perfetto, entrambi hanno in comune le posizioni estreme».pretegordo.
(www.ilgiornale.it)

sabato 20 agosto 2011

Tasse, i “santissimi” privilegi del Vaticano

Alberghi, bus e turismo religioso: le attività della Santa Sede esentasse costano allo Stato fino a 3 miliardi l'anno. La denuncia dei Radicali: "Non vogliamo l'ici per le chiese, ma se vogliono fare gli imprenditori allora paghino le imposte come tutti"

Alberghi di lusso con terrazze sulla Capitale, società che organizzano viaggi per i turisti della fede, scuole e ospedali. Tutto esentasse o quasi, grazie ai privilegi di cui gode il Vaticano. La denuncia del segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini è chiara: con qualche ritocco alle esenzioni della Chiesa cattolica, lo Stato potrebbe risparmiare fino a 3 miliardi l’anno. Nel mirino del partito radicale, Ici, Ires e 8 x mille.

La legge istitutiva dell’Ici aveva previsto precise esenzioni per gli immobili destinati al culto e ad usi “meritevoli” (come le attività assistenziali, didattiche o ricreative). Nel 2004, la Cassazione ha dovuto precisare che tale dispensa poteva essere applicata solo fino a quando nell’immobile fosse esercitata in via esclusiva una delle attività “meritevoli”. Nel 2007 fu bocciato un emendamento socialista che proponeva di abbattere l’Ici per gli immobili della Chiesa adibiti a scopi commerciali e grazie a un provvedimento del governo di centrosinistra, adesso basta che non siano “esclusivamente dedicati” al commercio. Quindi sono ancora migliaia gli istituti religiosi in Italia che non pagano questa tassa, convertiti in veri e propri alberghi. E non solo. Basta un chiostro dedicato alla preghiera e qualsiasi immobile o attività può dirsi salvo dalla tassa. A pagare, secondo l’Associazione nazionale dei comuni italiani, sono meno del 10 per cento di chi dovrebbe farlo, con un danno erariale di circa 500 milioni l’anno. Il caso che ha fatto più volte parlare è il convento delle suore brigidine, nella storica cornice di piazza Farnese a Roma, diventato uno degli hotel tra i più gettonati dai turisti stranieri. “Per non parlare dell’incompiuto del Bernini a Trastevere – racconta Staderini – dato in concessione a una catena alberghiera che l’ha trasformato in una residenza 4 stelle, Villa Donna Camilla Savelli”.

Tra i privilegi a cui il Vaticano non rinuncia e che i radicali contestano c’è anche l’abbattimento dell’Ires del 50 per cento nei confronti degli enti di assistenza e beneficenza. Per arrivare al contributo dell’8 x mille del gettito Irpef dei cittadini, che supera i 900 milioni l’anno, e viene usato per il sostentamento dei sacerdoti, per interventi caritativi in Italia e nel terzo mondo, per le iniziative nelle diocesi e la nuova edilizia di culto.

“Noi non pretendiamo di rimettere l’Ici sulle chiese – spiega ancora Staderini – ma almeno sulle attività commerciali. Lo Stato, in un momento di crisi come questo potrebbe risparmiare fino a 3 miliardi l’anno e il Vaticano pagare con i profitti ricavati dalle attività come tutti gli altri imprenditori”.

Il turismo religioso viene valutato dai radicali un giro d’affari da 4,5 miliardi euro l’anno solo in Italia (e considerando esclusivamente i servizi di carattere ricettivo e di trasporto). Sono 35 i milioni di turisti che ogni anno partecipano ad attività di turismo di carattere religioso nel nostro paese, il 30 per cento dei quali viene dall’estero, impegnando 120.000 camere, pari al 15 per cento della capacità ricettiva nazionale. In Italia ci sono oltre 200 mila i posti letto gestiti da enti religiosi, per un totale di 3.300 indirizzi, con circa 55 milioni di presenze ogni anno.

Ma gli alberghi non sono l’unica fonte d’introito da turismo per la Chiesa cattolica. L’Opera romana pellegrinaggi, “un’attività del Vicariato di Roma, organo della Santa Sede, alle dirette dipendenze del Cardinale Vicario del Papa”, come si legge nel sito di presentazione, organizza da 75 anni tour per i pellegrini da e per tutto il mondo. Quasi esentasse, nonostante una sede in pieno centro a Roma, in via dei Cestari, e i 7 pullman gialli a due piani che imperversano nelle vie della Capitale, alla cifra di 18 euro a passeggero, noti alle cronache per la denuncia da parte dei lavoratori che venivano pagati in nero.

Il meccanismo, raccontato da Valeria Pireddu, una hostess dei bus di “Roma cristiana” al programma Le Iene, era semplice: lei prendeva un euro su ogni biglietto venduto, quindi non era assunta dal gruppo ma in pratica una libera volontaria. In teoria, invece, avrebbe dovuto emettere fattura anche per i 30-40 euro al giorno guadagnati. Che le avrebbero permesso trasparenza, contributi, ferie, maternità. Naturalmente non compresi nel lavoro che le era stato affidato.

“L’appiglio di Opr alla deroga derivante dai Patti Lateranensi relativa al servizio di trasporto è palesemente non corretto – conclude Staderini – in primo luogo perche le garanzie previste dalla citata legge fanno riferimento ai soggetti che si recano nella Città del Vaticano per finalità religiose, mentre non comprendono le attività di carattere commerciale quale il servizio di trasporto di linea turistica Roma Cristiana. Poi perché il servizio opera sul territorio della città di Roma e solo incidentalmente lambisce il Vaticano, al pari delle altre linee di bus a due piani, di cui ripercorre i percorsi e le fermate”.
Valore creditizio e valore monetario
E' gran tempo ormai che si esca definitivamente dall'equivoco di spacciare sotto la parvenza di valore creditizio il valore monetario. Per comprendere le differenze fondamentali tra moneta e credito, basta muovere dalle seguenti considerazioni:
a) il credito si estingue col pagamento, la moneta, invece, continua a circolare dopo ogni transazione indefinitamente, perché, come ogni unità di misura, è un bene ad utilità ripetuta;
b) il valore del credito è sottoposto al rischio dell'inadempimento, il valore monetario è attuale e certo, perché, per l'induzione giuridica, la moneta è bene reale, oggetto di diritto di proprietà;
c) nel credito, prima si vuole il precetto normativo e poi lo si manifesta; nella moneta, prima si crea la manifestazione formale, cioè i simboli monetari, e poi gli si attribuisce il valore all'atto dell'emissione. Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta. Come nell'induzione fisica nasce l'energia elettrica con la rotazione degli elementi della dinamo, così nell'induzione giuridica, nasce il valore della moneta all'atto della sua emissione, cioè quando inizia la fase dinamica della sua circolazione nella collettività che, accettandola convenzionalmente, ne crea il valore;
d) il valore del credito è causato dalla promessa del debitore, come avviene nella cambiale, in cui l'emittente è il debitore. Oggi la moneta è emessa sotto forma di una falsa cambiale, perché firmando come debitore, il governatore delle banca centrale induce la collettività nel falso convincimento che sia lui stesso a creare il valore della moneta.
In analogo errore cadono le teorie che pretendono di configurare la moneta come titolo rappresentativo dei beni disponibili sul mercato, in quanto conferirebbero alla moneta il suo potere di acquisto. (In questo senso ricordo la dichiarazione di Nixon a Camp David del 15 agosto 1971 con cui fu abolita la convertibilità del dollaro in oro ed abrogati gli accordi di Bretton Woods).
Nella relazione al disegno di legge sul conto intrattenuto dal Ministero del Tesoro presso la Banca d'Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10/2/93, è contenuta una preziosa dichiarazione, rara per la sua impudente sincerità: ”La ratio di queste disposizioni", recita testualmente la relazione, "è evidente: garantire la piena indipendenza delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea, nella gestione della politica monetaria......... In conseguenza NON È CONSENTITO AGLI ESECUTIVI DEGLI STATI FIRMATARI DEL TRATTATO, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di quella forma di debito inesigibile che è la moneta inconvertibile di corso legale".
Normalmente non dovrebbe essere consentito a nessuno di appropriarsi di "risorse" altrui e non solamente agli Stati firmatari del Trattato, mentre ciò è consentito alle Banche Centrali e alla Banca Centrale Europea che come si sa - emettono "debito inesigibile" cioè moneta inconvertibile di corso legale".
Le banche centrali hanno raggiunto un tale grado di professionalità nell'appropriarsi di risorse altrui, da aver consolidato in se stesse, e nei governi, il convincimento di
avere il diritto di farlo, mediante una vera e propria forma di furto legalizzato, clamorosamente incostituzionale.
Poiché i valori monetari sono creati dalla collettività, la moneta all'atto dell'emissione va emessa <> e non <>. E poiché trasformare un credito in un debito consolida il reato di truffa, l'8 marzo 1993 a conclusione di un convegno sulla grande usura, il professor Giacinto Auriti ha denunciato per i reati di truffa ed associazione a delinquere il Governatore pro tempore della Banca d’Italia dott. Azelio Ciampi.
Il dottor Ettore Torri, Procuratore generale aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, ha convenuto che qui sussisterebbero gli estremi dell'elemento materiale della truffa, mancherebbe l'elemento psicologico del dolo......
La proprietà della moneta
Da troppo tempo ormai la collettività permette al sistema bancario privato di controllare il suo bacino creditizio e di gestirne il suo accesso. La gente è oggi vessata costantemente da un potere bancario illegittimo, iniquo ed opprimente. E' arrivato quindi il momento di riappropriarsi del credito della collettività.
La proprietà della moneta all'atto dell'emissione va sottratta al sistema delle banche centrali e restituita alle collettività nazionali, il che significa sostituire ai "biglietti di banca" i "biglietti di stato", analogamente a quanto avveniva con i greenbacks americani, prima della guerra di secessione.
Questo significa che l'espressione del valore monetario deve essere sottoscritta non dal Governatore della banca centrale, come oggi avviene, ma dal Capo dello Stato, che è l'unico che può legittimamente rappresentare la proprietà collettiva della moneta.
Una volta dimostrato che la moneta ha valore indotto causato dalla convenzione sociale, approfittando della circostanza che l'emissione della cambiale è prerogativa del debitore, le Banche Centrali apparendo come debitori di false cambiali, si sono arrogate il potere di esercitare <> per <> monetarie, ossia del valore indotto creato dalle collettività nazionali con il risultato di espropriare ed indebitare le collettività nazionali del loro denaro, senza contropartita.
E’ questa la grande usura intuita da Pound.


Money: Understanding and Creating Alternatives to Legal Tender (Chelsea Green Publishing Company, 2001)
New Money for Healthy Communities, Tucson, Thomas H. Greco, Jr., Publisher
Il Valore Indotto della Moneta (Giacinto Auriti)

Celebri Aforismi


"Nel nostro tempo è ormai evidente che la ricchezza e un immenso potere sono stati concentrati nelle mani di pochi uomini. Questo potere diventa particolarmente irresistibile se esercitato da coloro i quali, poichè controllano e comandano la moneta, sono anche in grado di gestire il credito e di decidere a chi deve essere assegnato. In questo modo forniscono il sangue vitale all'intero corpo dell'economia. Loro hanno potere sull'intimo del sistema produttivo, così che nessuno può azzardare un respiro contro la loro volontà." Papa Pio XI, Quadragesimus Annus 106-9, 1931
Le guerre devono essere dirette in modo tale che entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere." Amschel Mayer Rothschild (1773)
"Il culmine del potere nel mondo di oggi sta nel potere di emissione del denaro. Se tale potere venisse democratizzato e focalizzato in una direzione che tenga conto dei problemi sociali ed ecologici allora potrebbe ancora esserci la speranza di salvare il mondo" Thomas H. Greco, Jr.
"I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisteremo una nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro." Ezra Pound
"L'attività bancaria fu fecondata con l'ingiustizia e nacque nel peccato. I banchieri posseggono il mondo.Se glielo toglierete via lasciando loro il potere di creare denaro, con un colpo di penna creeranno abbastanza depositi per ricomprarselo. Toglieteglielo via in qualunque modo e tutti i grandi patrimoni come il mio scompariranno, ed è necessario che scompaiano affinché questo diventi un mondo migliore in cui vivere. Ma se preferite restare schiavi dei banchieri e pagare voi stessi il costo della vostra stessa schiavitù, lasciate che continuino a creare denaro." Sir Josiah Stamp, Direttore della Banca d'Inghilterra negli anni venti, considerato a quel tempo il secondo uomo più ricco di tutta l'Inghilterra.
"Tutte le perplessità confusioni, e afflizioni in America sorgono non tanto dai difetti della Costituzione, né dalla mancanza d'onore o di virtù quanto dall'assoluta ignoranza della natura della moneta, del credito, e della circolazione." John Adams, Padre Fondatore degli Stati Uniti d'America
"Davamo a questo popolo il maggior beneficio che abbia mai avuto: la sua propria carta [moneta] per pagare i propri debiti." John Adams, Padre Fondatore degli Stati Uniti d'America
Art. 1, Sezione 8. pp. 5 della Costituzione degli Stati Uniti d'America
Il congresso avrà diritto di batter moneta, e di determinarne il valore (delle unità), e di fissare i criteri dei pesi e delle misure.
Firmato George Washington, presidente e deputato della Virginia (17 settembre 1787)
"Oggi il nome «democrazia» è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro." Ezra Pound (1933)
"Discutere dei governi delle così dette democrazie: Inghilterra, Francia, Stati Uniti, è una semplice perdita di tempo, sino a che non si distingue tra teoria e fatto. Questi tre paesi sono controllati dagli usurai, sono usurocrazie o daneistocrazie, ed è perfettamente inutile di parlarne come se fossero controllati e governati dai loro popoli o dai delegati che rappresentano i loro popoli, o nell'interesse dei loro popoli." Ezra Pound (1933)
"L'usuraio distruggerà ogni ordine sociale, ogni decenza, ogni bellezza." Ezra Pound (1933)
"Il denaro non rappresenta altro che una nuova forma di schiavitù impersonale, al posto dell'antica schiavitù personale." Lev Tolstoj
"Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche." TATANKA IOTANKA (Toro Seduto)
"Il ricco domina sul povero e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore." La Bibbia - Antico Testamento
Proverbi, cap. 22, versetto 7
"La storia testimonia che i cambiavalute hanno usato ogni sorta di inganno, macchinazione, frode e violenza possibile al fine di mantenere il controllo sui governi per gestire il denaro e la sua emissione." President James Madison
"Voi siete un covo di vipere e ladri e io intendo sconfiggervi, e per il Padreterno, vi sconfiggerò. Se il Congresso ha la prerogativa di emissione di moneta cartacea, ciò gli é stato dato per venir usato dallo stesso e non per essere delegato a individui o corporazioni.." Andrew Jackson al Congresso degli Stati Uniti d'America (1829)
"Le banche hanno provocato più danni alla religione, alla moralità, alla tranquillità, alla prosperità e anche alla ricchezza della nazione rispetto al bene che possono aver fatto finora o che mai faranno." John Adams, Presidente degli Stati Uniti d'America (1819)
"Oltre a questi obiettivi pragmatici, i poteri del capitalismo finanziario avevano un altro scopo più ampio, nientemeno che di creare un sistema mondiale di controllo finanziario, in mani private, capace di dominare il sistema politico di ciascun paese e l'economia del mondo nel suo insieme. Questo sistema doveva essere controllato in un modo feudalista da parte delle banche centrali del mondo che agiscono di concerto, attraverso accordi segreti cui si arrivava durante frequenti incontri e conferenze private. L'apice del sistema sarebbe stata la Bank for International Settlements [BIS] di Basilea, in Svizzera, una banca privata di proprietà e sotto il controllo delle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private. Ogni banca centrale cercava di dominare il proprio governo tramite la sua capacità di controllare i prestiti al Tesoro, di manipolare i tassi di cambio della valuta estera, di influire sul livello delle attività economiche nazionali e di fare pressioni sui politici compiacenti tramite successive ricompense economiche nel mondo degli affari." Citation from Tragedy and Hope - A History of the World in Our Time, by Carroll Quigley, GSG Associates, California 1966.
"I nostri nemici su questo pianeta, sono meno di dodici persone. Sono i membri della Banca d'Inghilterra e di altri più alti circuiti finanziari. Essi posseggono le catene di giornali ed essi sono, come se non bastasse, in tutte le istituzioni che si occupano di salute mentale che sono sorte nel mondo. (...) E questi, apparentemente, hanno deciso in un momento lontano del passato, una particolare strategia. Avendo il controllo della riserva aurifera del pianeta, sono entrati in un programma per portare ogni governo alla bancarotta e sotto al loro dominio, cosicché nessun governo sarebbe stato capace di iniziative politiche senza il loro appoggio" Ron Lafayette Hubbard, ex ufficiale dei servizi segreti della Marina USA, fondatore di Scientology - settembre 1967
"Io ho due grossi nemici: l'esercito del Sud di fronte a me e le società finanziarie in retroguardia. Dei due, quello in retroguardia è il mio peggior nemico... Prevedo l'avvicinarsi di una crisi che mi snerverà e mi farà tremare per la sicurezza della mia patria. Al termine della guerra, le grandi imprese saranno elevate al trono, ne seguirà un'era di corruzione nei posti più influenti, le forze più ricche del paese si sforzeranno di prolungare il proprio regno facendo leva sui pregiudizi della gente, finché la ricchezza sarà concentrata in poche mani e la Repubblica sarà distrutta. In questo momento, sento ancora più ansietà di prima per la sicurezza del mio paese, nonostante mi trovi nel mezzo di una guerra." Abraham Lincoln
"Il capitale deve proteggersi in ogni modo possibile con alleanze e legislazione. I debiti devono essere riscossi, le obbligazioni e i contratti ipotecari devono esser conclusi in anticipo e il più rapidamente possibile. Quando, mediante processi giuridici, le persone comuni perderanno le proprie case, diventeranno sempre più docili e saranno tenute a freno con più facilità attraverso il braccio forte del governo al potere, azionato da una forza centrale di ricchezza sotto il controllo di finanzieri di primo piano.
Questa verità è ben conosciuta tra i nostri uomini di spicco, adesso impegnati nel costituire un imperialismo del Capitale che governi il mondo.
Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo fare spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un'azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo." USA Banker's Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924

Il potere di emissione deve essere tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente." Thomas Jefferson
"Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente." Thomas Jefferson (1776)
"Potrete ingannare tutti per un pò. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre." Abramo Lincoln
"Nelle Colonie, emettiamo la nostra moneta cartacea. Si chiama 'Cartamoneta provvisoria coloniale'. La emettiamo nelle giuste proporzioni per produrre merci e farle passare facilmente dai produttori ai consumatori. In questo modo, creando noi stessi il nostro denaro cartaceo, ne controlliamo il potere d'acquisto e non abbiamo interessi da pagare a nessuno.
Vedete, un Governo legittimo può sia spendere che prestare denaro in circolazione, mentre le banche possono soltanto prestare cifre considerevoli attraverso i loro biglietti di banca promissori, per cui questi biglietti non si possono né dare né spendere se non per una piccola frazione di quelli che servirebbero alla gente. Di conseguenza, quando i vostri banchieri in Inghilterra mettono denaro in circolazione, c'è sempre un debito fondamentale da restituire e un'usura da pagare. Il risultato è che c'è sempre troppo poco credito in circolazione per dare ai lavoratori una piena occupazione. Non si hanno affatto troppi lavoratori, ma piuttosto pochi soldi in circolazione, e quelli che circolano portano con sé un peso senza fine di un debito impagabile e usura." Benjamin Franklin, Autobiografia, (1763)
"Il Governo dovrà creare, emettere e far circolare tutta la valuta e il credito necessario a soddisfare il potere di spesa del Governo e il potere d'acquisto dei consumatori. Il denaro cesserà di essere padrone e diventerà servitore dell'umanità. La Democrazia si ergerà al di sopra del potere monetario." Abraham Lincoln, Presidente degli Stati Uniti d'America, morto assassinato
"Il grande debito che i nostri amici, i capitalisti dell'Europa, faranno in modo di far sortire da questa guerra, verrà adoperato per manipolare la circolazione (monetaria). Noi non possiamo permettere che i biglietti statali [Greenbacks] circolino perché non possiamo regolarli." The Hazard Circular, rivista della Banca d'Inghilterra, anno 1862
"Lo schiavismo sarà probabilmente abolito dalle forze in guerra e la proprietà di schiavi verrà totalmente abrogata.
Io e i miei amici europei siamo a favorevoli a questo: che la schiavitù si limiti al possesso del lavoro e che si trasferisca nell'interesse del lavoratore, nel frattempo il progetto europeo guidato dall'Inghilterra consisterà nel controllare il lavoro attraverso il controllo sui salari. Il vasto debito che i capitalisti vedranno costituirsi su di esso dalle guerre, deve essere usato come mezzo per controllare il volume del denaro. Per portare a termine questo obiettivo bisogna usare le obbligazioni ipotecarie come punto di partenza fondamentale del sistema bancario. Stiamo aspettando che il Segretario del Tesoro faccia tale raccomandazione al congresso. Non consentirà ai Greenback, come vengono chiamati, di circolare come denaro in nessun caso, dal momento che non possiamo controllarlo. Ma possiamo controllare le obbligazioni statali e attraverso di esse le emissioni bancarie." The Hazard Circular, rivista della Banca d'Inghilterra, anno 1862

"Il Governo dovrà creare, emettere e far circolare tutta la valuta e il credito necessario a soddisfare il potere di spesa del Governo e il potere d'acquisto dei consumatori. (...) Il privilegio del Governo della creazione e dell'emissione del denaro è la sua più grande opportunità creativa. Attraverso l'adozione di tali principi, il desiderio lungamente sentito di usare un mezzo di pagamento uniforme sarà soddisfatto. Il finanziamento di tutte le imprese pubbliche, il mantenimento di un governo stabile e di un progresso ordinato, e la conduzione del Tesoro diventerà una questione di pratica amministrativa. Il popolo potrà e sarà rifornito con una valuta sicura quanto il proprio governo. Il denaro cesserà di essere padrone e diventerà servitore dell'umanità. La Democrazia si ergerà al di sopra del potere monetario." Abraham Lincoln, documento del Senato degli Stati Uniti d'America numero 23, Pagina 91, anno 1865
Banche commerciali e signoraggio secondario

Questa presentazione si concentrerà ora sulla creazione di denaro creditizio, cioè quello che ci viene prestato dalle banche commerciali, conosciuto anche come signoraggio secondario.
Le linee direttive delle istituzioni finanziarie limitano la totalità dei prestiti di una banca a 20 volte il suo capitale. Così come viene definito nel documento al capitolo A, "Capital Adequacy Requirements," capoverso 1, sezione 1-1. Queste regole seguono le linee guida del “Capital Accord” del 1988, raggiunto sotto l’egida della BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS – Bank of International Settlements).
Tradotto in Italiano intellegibile significa che la banca (commerciale) puo' prestare 50 volte quello che veramente dispone in cassa. Per legge!!! ( provatelo a fare voi e vediamo che succede?). Quanto maggiori sono le riserve, tanto più cospicui saranno il numero e l’ammontare dei prestiti che la banca puo' concedere.
La banca di credito, quindi, presta denaro che non esiste, ne presta fino a 50 volte di più di quanto esiste realmente nelle sue casse.
Quando una banca commerciale accorda un prestito, essa genera il denaro dal nulla
grazie alla pratica bancaria della riserva frazionaria. Il denaro non proviene dalle risorse della banca, ne dai depositi che le vengono affidati dalla clientela: viene dall'inchiostro della penna del banchiere (o da una scrittura effettuata in un computer).
Il denaro che è stato emesso in maniera impropria è tecnicamente una contraffazione. Il denaro credito creato dalle banche costituisce una contraffazione, perchè creato dal nulla e quindi ‘scoperto’. La commistione tra denaro legittimo e denaro contraffatto non può essere evitata perchè a livello facciale sono indistinguibili (sono rappresentati infatti da identiche note di banco).
Il punto è che l’emissione di denaro creditizio dal nulla va ad aggiungersi ( e superare di gran lunga ) alla massa monetaria di denaro vero (che tu hai acquistato lavorando o producendo e che comporta costo, fatica, rischio). Questa commistione fra denaro vero e denaro creditizio comporta inflazione (non quella dell’ISTAT ). C’è quindi troppo denaro in circolo che cerca di comprare troppi pochi beni e servizi. Praticamente significa che tutti percepiscono una perdita di potere d’acquisto. L’affitto costa di più, fare la spesa costa di più, mantenere la macchina costa di più, gestire la propria attività commerciale costa di più ecc, ecc.
Inflazione, Deflazione
Passiamo ora all’analisi di fenomeni monetari che a prima vista possono sembrare distanti e incomprensibili ma che decidono inesorabilmente l’economia d’interi continenti, tramite la manipolazione ed il controllo della quantità di denaro in circolazione. E' importante capire che il cartello bancario non solo ha manomesso la qualità della moneta (da moneta credito a moneta debito) ma ne controlla direttamente la quantità.
Vediamo come.
Tramite il sistema vigente le banche possono abbassare o alzare il costo del denaro tramite i ‘tassi di riferimento’. Questo permette alle banche di creare scientificamente inflazione o deflazione, e determinare quindi recessioni o boom economici.
Quanto più i tassi saranno bassi quanto più denaro ci sarà in circolo. Quando la massa monetaria presente nel mercato è molte volte superiore a quella dei beni e servizi presenti nel mercato stesso, si ha INFLAZIONE (deprezzamento del denaro e quindi aumento generale dei prezzi).
Quindi se da una parte l’inflazione è una tassa nascosta che si ripercuote sulla collettività (con la perdita di potere d’acquisto), dall’altra è una manna per i banchieri che come abbiamo visto nel paragrafo precedente mietono profitti da capogiro tramite la creazione del denaro creditizio (quello che creano dal nulla tramite la riserva frazionaria).
Quando l’inflazione diventa insostenibile ed il potere d’acquisto dei cittadini ridotto all’osso, i banchieri alzano i tassi di interesse, cioè aumentano il costo del denaro. Dopo un periodo di relativa stabilità e ripresa economica, la tendenza al rialzo si fa sempre più pesante sino a provocare DEFLAZIONE. La massa monetaria viene cioè contratta.
La deflazione comporta a catena due reazioni di mercato:
  • Una è che essendo il denaro tenuto artificialmente scarso, la gente avrà sempre più difficoltà a ripagare i debiti.
  • La seconda è che il sistema economico attraverserà un periodo di recessione. Questo perchè ci sono più beni e servizi di quelli che possono essere comprati. Se il denaro non c’è lo scambio fra le parti non può avvenire (se non sotto forma di baratto).
Questa situazione di generale insolvenza e d’anemia economica permette alle banche di fare una vera e propria mattanza di tutto quel valore reale (case, aziende, terreni, ecc) che era stato messo come ipoteca o garanzia, a fronte del debito contratto con la banca, dai comuni cittadini o stati. Allo stesso modo se la deflazione comporta una generale insolvenza da parte della collettività ed una scarsa attività economica, dall’altra rappresenta una grande opportunità di speculazione ed espropriazione di valore reale da parte della banca.
Ne consegue che questo tipo di pratiche monetarie sono altamente politicizzate e seguono una propria agenda. Seguono cioè logiche di profitto basate su un costante trasferimento di ricchezza dalle classi basse e medie a favore di uno sparuto gruppo di dinastie bancarie.
A questo punto bisogna porsi due domande molto chiare:
1) Se è lo Stato e quindi la collettività a conferire valore al denaro, perchè questo stesso denaro ci viene prestato?
2) Perchè la collettività ad un certo punto della storia ha abdicato il proprio sovrano diritto di emettere moneta a degli istituti di credito privati?
La risposta è molto semplice. Se il denaro non venisse prestato ed emesso in questo modo, il sistema privato delle banche centrali non potrebbe lucrare sugli astronomici profitti di signoraggio.
Interesse ed usura
Cerchiamo di capire ora come il credito gravato da interesse al momento della sua emissione abbia delle ripercussioni devastanti sulla intera economia del sistema in cui si trova ad operare.
Supponiamo che una nazione contrae un debito di 100 € con la banca centrale. Questi soldi sono necessari per il funzionamento e finanziamento dei vari apparati statali. La banca ‘concede’ questo credito emettendo l’importo richiesto ed esercitando un interesse sul totale prestato. Lo stato è impossibilitato a saldare il debito nella sua totalità. Questo deriva di nuovo dal fatto che l’interesse che grava su questa cifra, cioè la necessaria massa monetaria che manca per saldare completamente il debito contratto, non viene stampato (vengono stampati solo 100€)! La banca centrale quindi in qualità di unica fonte emittente di denaro e credito crea il principio, ma non crea i soldi per pagare l’interesse.
Lo stato per pagare quest’interesse ha quattro possibilità. Aumentare il prelievo fiscale, ridurre la spesa pubblica, contrarre un nuovo debito con la banca o vendere beni pubblici. Ed è esattamente quello che fa!
Esiste una differenza fra interesse ed usura che sfortunatamente negli anni è stata maliziosamente oscurata dal cartello bancario. L’usura ha comunemente un’accezione negativa nelle menti della gente in quanto per secoli la maggior parte delle religioni del mondo si sono pronunciate fortemente contro questo tipo di pratica. La Bibbia, il Corano e la legge canonica condannano aspramente la pratica del far denaro sul denaro e prescrivono punizioni severissime nei confronti di chi esercita questo tipo di attività speculativa. Anche l’etimologia delle parole usura e interesse lasciano intendere una sostanziale distinzione. ‘Usura’ in latino significa l’uso di qualsiasi cosa (in questo caso di capitale) e ‘intereo’ significa una perdita. L’interesse quindi era inteso come una perdita e non un profitto. Con l’ampliamento dei mercati e l’avvento della classe mercantile, si stabilì che prestare denaro comportava costi e rischi da parte di chi lo avanzava in prestito. Così dei ‘compensi’ atti a regolare le possibili perdite o costi relativi al prestito furono resi leciti. L’interesse applicato dalla classe mercantile aveva comunque una sua ragion d’essere. Infatti, i prestiti allora concessi, riguardavano grosse quantità di oro, ossia valore reale preesistente, che veniva momentaneamente ridistribuito. Il banchiere moderno invece non ha diritto di chiedere interesse su qualcosa che crea dal niente (a parte l’irrisorio costo di stampa). La banca non mette a disposizione soldi o valore reale che ha acquisito tramite lavoro, rischio, sudore e investimento, bensì crea dal nulla il danaro ed il credito e li presta gravandoli di interesse. Basta osservare la mostruosità dei deficit pubblici, l’elevato numero di bancarotte, la quantità inaudita di confische e pignoramenti, per rendersi conto che l’usura vera non è quella denunciata ‘una tantum’ dai telegiornali. Oggi l’usura è a norma di legge, più sofisticata forse, ma non meno dispotica, veste in giacca e cravatta, si cela dietro un’egida statal-governativa ed ha probabilmente una laurea in qualche prestigiosa università americana.
Al giorno d'oggi è sempre più difficile intraprendere un discorso critico nei confronti dell’interesse.
Molti onesti cittadini hanno infatti investito molto di quello che avevano messo da parte in una vita di lavoro e sacrificio in forme di investimento che fruttano proprio in virtù degli interessi (depositi, obbligazioni, Bot, Cct, ecc). E' quindi comprensibile che queste persone si battano ferocemente per difendere i propri investimenti, già pesantemente intaccati da un’incessante inflazione. La realtà dei fatti è che in uno stato dove l’emissione monetaria è condotta adeguatamente, non ci sarebbe alcun bisogno di essere vittime e carnefici di se stessi. La prosperità e la stabilità economica non sono chimere o utopie impossibili, come ci hanno fatto credere. Sono solo il risultato di una saggia e ragionevole emissione ed utilizzo di un arbitrario strumento econometrico (denaro), utilizzato come merce di scambio, per vendere e comprare beni e servizi, secondo la sovrana legge della domanda e dell’offerta.
NOZIONI ELEMENTARI DI SIGNORAGGIO
«Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi» Rothschild, alla Ditta Ikleheimer, Morton e Vandergould di New York, 26 giugno 1863

«Quando uno Stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi stessi e non i capi dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro» Napoleone Bonaparte

«Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischio di chi fa le leggi»
Mayer Anselm Rothschild fondatore Rothschild Bank
« E' una fortuna che la gente non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perche’ se lo facesse, credo che scoppierebbe la rivoluzione prima di domani»
Henry Ford, fondatore della Ford Motor Company
«Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente. » Thomas Jefferson
Prefazione
Questa presentazione si prefigge di far luce sulla vera natura e funzione del denaro e si propone di illustrare dei concetti chiave, necessari per una basilare comprensione della problematica monetaria. La conoscenza del signoraggio primario (rendita monetaria da parte delle banche centrali) e quello secondario (moneta creditizia creata dal nulla dalle banche commerciali), sono imprescindibili per apprezzare l’importanza della problematica monetaria nella sua interezza.
Questa relazione ha lo scopo di chiarire come la moneta, dalla sua funzione originaria di credito, sia diventata debito. Questo documento non vuole e non deve essere inteso come una critica al denaro ed al suo utilizzo. Chi ha scritto quanto segue crede fermamente che il denaro, inteso come merce di scambio, sia stata una delle più importanti ed ingegnose invenzioni dell’uomo.
Il Signoraggio
In passato il ‘Signore’ (ossia il nobile di turno) aveva la prerogativa di ‘battere moneta’ e quindi di coniarla e metterla in circolazione. Il Signore era solito esercitare un ‘aggio’, ovvero una ‘tassa’ sul conio del denaro, corrispondente alla differenza fra la spesa di conio ed il valore facciale della moneta. Un esempio pratico potrebbe essere che il signore per coniare una moneta, necessitava 10 grammi d’oro. In realtà ne utilizzava 9 più uno di metallo non nobile. S’incamerava quindi un grammo d’ oro su ogni moneta da lui coniata. Questa rendita monetaria (al tempo ancora modica nelle proporzioni) era chiamata Signoraggio.
Gli Orafi ed il credito
La carta moneta, quella che oggi conosciamo con il nome di banconota, in origine era ‘nota di banco’, cioè un simbolo indicante la quantità di oro o argento depositato nei forzieri di una banca. In altre parole una mera ‘ricevuta di deposito’. E' importante notare che le ‘banche’ dell’epoca erano gli orafi dotati di forzieri presso cui la gente, per sicurezza, depositava il proprio oro e riceveva in cambio una ‘banconota’, una ricevuta appunto, dell’ammontare del deposito effettuato. Il depositario munito di banconota poteva su richiesta redimere la ricevuta in oro.
Sfortunatamente gli orafi ebbero un’intuizione epocale che cambiò per sempre il corso della storia. Gli orafi, infatti, si accorsero che statisticamente solo una piccola percentuale (10%) dei depositari ritirava ingenti somme d’oro dai forzieri. La gente, di fatto, trovava molto più pratico e dinamico l’utilizzo della nota di banco. Gli orafi ne conclusero che se avessero ‘stampato’ note di banco ‘scoperte’ cioè create dal nulla, (perchè dal nulla garantite), nessuno se ne sarebbe accorto. Si cercava in pratica di prestare molto più oro di quello che effettivamente esisteva in cassa. Gli orafi quindi avrebbero potuto utilizzare queste note di banco e girarle come prestiti di denaro, gravati da interesse, a chi lo necessitava per investire, pagare debiti o acquistare merce, generando così profitti astronomici. La storia c’insegna che l’intuizione degli orafi fù giusta oltre che malvagiamente geniale. Nacque così la banca moderna, la riserva frazionaria ed il concetto di credito.
Banche Nazionali e Signoraggio primario
Gli stati ed i governi di tutto il mondo hanno, proprio come le persone, un’innata necessità di denaro. Lo stato necessita denaro per far fronte alle molteplici spese in cui deve incorrere (infrastrutture, sanità, pensioni, stipendi, ecc). Il bilancio di uno stato è essenzialmente costituito da due voci. Una è il gettito fiscale (entrate), l’ altra è la spesa pubblica (uscite).
Quando le uscite superano le entrate si ha un deficit (debito pubblico). Lo stato può quindi fare due cose per appianare il deficit, aumentare la pressione fiscale e ridurre la spesa pubblica. A prima vista sembrerebbe una pratica semplice e diretta.
Perchè tutti gli stati sono sommersi da astronomici debiti pubblici? Le ragioni risiedono nell’emissione monetaria.
Per supplire all’ inevitabile esigenza di danaro gli stati moderni chiedono in prestito la massa monetaria a loro necessaria alla rispettiva banca nazionale, oggi meglio conosciuta come banca centrale. La banca centrale nazionale elargisce il prestito allo stato e lo grava di interesse (TUS o TUR). Lo stato a sua volta ripaga questo prestito tramite l’emissione di titoli di stato (Bot e Cct) per un pari valore al prestito richiesto alla banca. Questa situazione di apparente normalità cela in effetti la più grande truffa mai perpetrata ai danni dei popoli del mondo moderno. Per apprezzarne la gravità è necessario fare due premesse.
  1. Il denaro non è più garantito dall’oro
La convertibilità del denaro in oro è di fatto cessata con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods nel 1971. Da questo preciso momento storico il denaro cartaceo può essere convertito solamente con altro denaro cartaceo. In passato un cittadino italiano qualsiasi avrebbe potuto portare la sua banconota da centomila lire alla banca d’Italia e farsi dare il corrispettivo in oro. Oggi una banconota da cento euro può essere cambiata solo con un’altra banconota da cento euro. Questo che cosa significa? Significa che oggi il denaro al momento della sua stampa ed emissione vale come la carta straccia. Non essendo più garantito da un valore reale le banconote oggi non sono altro che dei pezzi di carta colorati ai quali attribuiamo un dato valore in quanto buoni per il pagamento delle tasse e generalmente accettati dal mercato per comprare beni e servizi. Il valore di questi biglietti risiede quindi nella loro accettazione da parte della collettività e nella fiducia che in essi viene riposta come merce di scambio convenzionale.
Il denaro ha dunque le caratteristiche di essere: a) immateriale, b) collettivo, c) di avere un valore condizionato:
a) immateriale perché la strumentalità risiede nella convenzione monetaria. A conferma di ciò sta il fatto che, se si dichiara una moneta fuori corso, essa, pur senza perdere la sua integrità fisica. perde il suo valore. Ciò avviene perché il simbolo ha perso la sua rilevanza giuridica. In breve. perché è venuta meno la convenzione sociale che attribuiva al simbolo il tipico valore monetario.

b) collettivo in quanto ha la caratteristica di essere ad un tempo unita di misura convenzionale del valore dei beni e valore della stessa misura che diventa pertanto oggetto di scambio. E' la collettività stessa che accettando la moneta come unita di misura e mezzo di pagamento ne crea e conserva il valore, sicché la moneta non sarebbe concepibile se non nell'ambito di una collettività che ne usa. Questa caratteristica assume importanza di grande rilievo nell'ordinamento internazionale del sistema monetario, perché quando di questa convenzione monetaria partecipano differenti Stati, nasce un interesse comune alla stabilità ed alla difesa dei valori monetari che costituisce un incentivo alla pacifica coesistenza ed al coordinamento dei sistemi economici.
c) di aver un valore condizionato dalla esistenza di beni da misurare nel valore. Questa condizione è comune a qualsiasi unita di misura. Ed è questa una precisazione fondamentale per evitare l'equivoco di ritenere la moneta "rappresentativa" del valore dei beni esistenti sul mercato quasi fosse una specie di titolo di credito o fede di deposito.
  1. Le banche centrali sono delle S.p.a.
Benché la maggior parte delle banche centrali nazionali siano ritenute proprietà dello stato, la verità è che sono delle agenzie di credito private, istituite con il solo scopo di massimizzare i profitti dei loro azionisti. I due casi più eclatanti di quest’anomalia a norma di legge sono sicuramente la Federal reserve bank (banca centrale nazionale americana) e la BCE.
Da queste due premesse deriva una scioccante rivelazione. Tutto il denaro in circolazione è gravato da debito ancora prima che arrivi nelle casse dello stato e venga accettato ed utilizzato dai suoi cittadini.
Infatti, quando lo stato chiede in prestito una data massa monetaria, supponiamo 100 bilioni di euro, la banca centrale, stampa ed emette 100 bilioni in banconote di tagli diversi (5,10,50,100, ecc) spendendo 0,30 centesimi di euro a taglio. Questi pezzi di carta sono senza valore al momento della loro emissione perchè non garantiti da collaterale (oro), ma vengono prestati per il loro valore facciale (ovvero 100 bilioni) allo stato.
La banca centrale non si comporta quindi come una normale tipografia, ma come un’effettiva agenzia di credito. La differenza fra il costo di stampa ed il valore facciale delle banconote viene, di fatto, incamerato dalla banca centrale. Questa esorbitante rendita monetaria è conosciuta come signoraggio primario ed è incamerata da un’agenzia di credito completamente privata che conosciamo con il nome di banca centrale.
Inoltre questo prestito viene gravato di un interesse (oggi al 4%) conosciuto come tasso di sconto o di riferimento. In pratica su una banconota da 100 euro il signoraggio è pari a 100 – 0,30 = 99,70 + 4% = 103,70 €.
Quando quindi il denaro viene accettato e speso dagli ignari cittadini, è gravido di un debito pari al 103,70 %.
Non si può dire lo stesso dell’emissione monetaria concernente la moneta metallica. Infatti, il conio e l’emissione delle monete è lasciato allo stato che ne incamera un modesto signoraggio in quanto molte monetine comportano un costo di conio maggiore del loro valore facciale ( il materiale utilizzato è molto più costoso della carta come nel caso di bronzo, argento, rame, ecc).
(WWW.TRADIZIONE.BZ)