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sabato 13 agosto 2011

LA TRASPARENZA NEGATA
Il commento del consigliere Antonio Muscas, a riguardo dell'increscioso episodio occorso venerdì, 12 Agosto 2011, durante la seduta del consiglio comunale di Villacidro.
Ieri, durante la seduta del consiglio abbiamo assistito ad un ulteriore episodio di buio legale della nostra amministrazione.
All’avvio della seduta erano presenti due telecamere: una di Videolina e l’altra di Villacidro.info. Questo ha provocato non poco fermento tra i componenti la maggioranza, con il sindaco che si mostrava visibilmente agitato. A far salire ulteriormente il livello di tensione generale hanno contribuito le operazioni di identificazione del cameraman di Videolina, effettuate da carabinieri e vigili urbani. Operazioni di cui si disconosce la ragione, trattandosi appunto di una seduta del consiglio comunale aperta al pubblico.
All’apertura dei lavori il Sindaco ha cercato di spiegare come Videolina fosse autorizzata a riprendere mentre Villacidro.info no.
Dico ha cercato, perché sinceramente nessuno ha capito le motivazioni addotte, neppure i membri della stessa maggioranza. A quel punto a seguito degli interventi di alcuni membri delle opposizioni, compreso il sottoscritto, si è riusciti a far sospendere la seduta per decidere sull’autorizzazione alle riprese. Sembrava che per un momento fosse tornata la luce, e la lucidità ai nostri amministratori. Ma così non è stato: il sindaco già nella seduta comunale precedente aveva assunto una posizione, e fare marcia indietro probabilmente avrebbe rappresentato per lei uno smacco.
Non ha capito invece che la sconfitta è tutta sua e della trasparenza della sua amministrazione. La sconfitta è dei 20 componenti la maggioranza che, pur in gran parte non condividendo la scelta, proni hanno sollevato la mano, per votare a favore dello spegnimento delle telecamere, e abbassato la testa per evitare lo sguardo degli altri consiglieri e del pubblico presente.
Hanno perso un’occasione.
La compagine di maggioranza non ha avuto il coraggio di fare marcia indietro. Sarebbe stata un’azione che avrebbe ricevuto il plauso di tutto il consiglio e del pubblico presente. Le riprese televisive, comunque, saranno acconsentite. Questo è sicuro. Perché la nostra amministrazione è tenuta a muoversi in questa direzione. Per rispetto della costituzione e del diritto all’informazione. Ma tutto quanto avverrà con la zavorra degli strascichi di questi ultimi incresciosi episodi. Si parla di trasparenza e si ha paura di farsi riprendere. Si intraprende la carriera politica, divenendo personaggi pubblici e quindi sottoposti alle pubbliche attenzioni, e non si vuole essere ripresi o addirittura ci si rifiuta di rilasciare interviste. Ci si dimentica che fare politica significa rispondere ai cittadini, delle proprie azioni. Significa finire sotto i riflettori ed essere sottoposti a giudizio, e anche per la condotta di vita privata, non solo per quella pubblica; giacché la politica è Arte Nobile e nobile deve essere sempre la condotta del politico, perché egli è tenuto a dare l’esempio. Parliamo di moralità, onestà, trasparenza, di sforzi da compiere per recuperare una società che non crede più alla sua classe dirigente. Parliamo. Ma non siamo in grado di agire concretamente.
Antonio Muscas

Segue l'intervento letto dal consigliere Antonio Muscas e messo averbale durante i lavori del consiglio comunale :
Consigliere Antonio Muscas
Capogruppo “Progetto Comune”

Sì ai consigli comunali in tv, la posizione di Progetto Comune
Il gruppo Progetto Comune afferma il più totale assenso alle riprese e alla diffusione televisiva delle riunioni del consiglio comunale.
Si dissocia pertanto dalla posizione espressa nell’ultima seduta di consiglio comunale dal sindaco Teresa Pani quando, giustificandosi con l’assenza di una regolamentazione in merito, citando una non meglio specificata sentenza del TAR del Veneto e dichiarando di avere l’appoggio in questo senso di tutti i capigruppo, ha imposto lo spegnimento delle telecamere presenti.
Quanto dal Sindaco affermato e ribadito successivamente anche dal capogruppo di centrosinistra Sisinnio Orrù durante la seduta della commissione statuto e regolamenti non corrisponde al vero. Difatti durante la prima conferenza dei capigruppo, interpellato in merito alla propria posizione riguardo alle riprese audiovisive, il sottoscritto si è espresso favorevolmente, facendo presente che fosse tutt’al più opportuno dotarsi di regolamento per maggior tutela del consiglio e del pubblico presente.
E se l’italiano non è un'opinione, esigenza di regolamentare non significa vietare. A conferma di ciò, nella stessa occasione ho addirittura proposto all’amministrazione di spingersi avanti occupandosi essa stessa dell’installazione di una videocamera o una webcam per la diffusione video in streaming attraverso il sito istituzionale e la messa a disposizione in archivio del materiale registrato durante i lavori di consiglio. La necessità della libera e corretta informazione impone che immagini e documenti delle pubbliche sedute siano resi visibili e disponibili al cittadino. Questo anche per evitare manomissioni, mistificazioni o incorrette interpretazioni su azioni e attività del consiglio e/o dei singoli componenti.
Qualora non venga mutata la posizione del sindaco, acconsentendo così alla ripresa e messa in onda del materiale audiovisivo, Progetto Comune richiede che le motivazioni vengano nell’immediato messe per iscritto e rese pubbliche e dichiara che si presenterà alle sedute del consiglio con propri strumenti di registrazione e si rivolgerà agli organismi competenti affinché vengano rispettati i diritti sulla libera informazione sanciti dalla nostra costituzione e ribaditi dal garante della privacy.


Riportiamo il seguente testo dal sito del garante della privacy :

Sì alle riprese e alla diffusione televisiva delle riunioni del consiglio comunale, anche al di fuori dell’ambito locale e con le opinioni e i commenti del giornalista, purché i presenti siano stati debitamente informati dell’esistenza delle telecamere e della successiva diffusione delle immagini. Va comunque osservata una particolare cautela per prevenire l’indebita divulgazione di dati sensibili e si deve in ogni caso evitare di diffondere informazioni sulle condizioni di salute. Lo ha ricordato il Garante rispondendo al quesito di un Comune sulla possibilità di pubblicizzare le sedute del consiglio attraverso una televisione locale.
Nel parere l’Autorità ha ripercorso alcuni aspetti del complesso quadro normativo che disciplina la tutela della privacy da parte delle pubbliche amministrazioni. I soggetti pubblici possono trattare e diffondere dati personali senza dover acquisire il consenso degli interessati, purché esista una legge o un regolamento che glielo consenta. La legge sulla privacy li autorizza, inoltre, a trattare alcuni dati sensibili (ad esempio le opinioni espresse dai consiglieri durante le sedute) nei limiti in cui ciò risulti necessario ad assicurare la pubblicità dell’attività istituzionale, fermo restando il divieto di divulgare informazioni sullo stato di salute. Pubblicità di atti e sedute consiliari che è espressamente garantita dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (d.lg. n.267/2000), il quale demanda al regolamento comunale l’introduzione di eventuali limiti. Proprio questa fonte normativa, a parere del Garante, può costituire la sede idonea a disciplinare modalità e limiti di pubblicità delle sedute, comprese le eventuali riprese televisive.
E’ nel regolamento, dunque, che potrebbe essere sancito l’obbligo di informare i partecipanti alla seduta dell’esistenza delle telecamere, della successiva diffusione delle immagini e degli altri elementi previsti dalla legge sulla privacy. Nella stessa sede poi, si potrebbero specificare anche le ipotesi in cui eventualmente limitare le riprese per assicurare la riservatezza dei soggetti presenti o oggetto del dibattito. Ad esempio, nel caso di una seduta che delibera l’attribuzione di benefici a particolari categorie di soggetti e nel corso della quale potrebbero emergere dati sensibili, (salute, razza etc.).
La diffusione delle immagini da parte della televisione locale può essere effettuata, ha chiarito l’Autorità, senza il consenso degli interessati (art. 25 l. 675/96 e codice deontologico sull’attività dei giornalisti), mentre non è conforme alla normativa, limitare il diritto di cronaca al solo ambito locale, a meno che il Comune non lo abbia previsto nel regolamento. Né si può impedire al giornalista di esprimere opinioni o commenti durante le riprese.
Il Garante ha ricordato infine, che la legge sulla privacy riconosce al Consiglio comunale nel suo complesso e ai singoli componenti, la facoltà di esercitare alcuni diritti a tutela dei dati raccolti, in questo caso le immagini, come quello di poter visionare, anche prima della messa in onda, le riprese effettuate.

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