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giovedì 18 agosto 2011

Benedetto, ci costi mucho


I papa boys pesano 55 milioni su una Spagna già in crisi.

di Marco Todarello


È lo stesso responsabile finanziario della Giornata mondiale della gioventù ad ammetterlo candidamente: l’evento che ha riunito a Madrid almeno 500 mila giovani cattolici, ha dichiarato Fernando Giménez, «costa molto denaro, ma i contribuenti spagnoli non ci rimetteranno nemmeno un euro».
La spesa complessiva è quantificata in almeno 55 milioni, 15 in più della previsione fatta dall’arcivescovo di Madrid Antonio Rouco Varela durante la sua visita in Vaticano del 3 luglio scorso.
ISCRIZIONI E CONTRIBUTI. Una cifra che potrebbe lievitare ancora, ma comunque già in gran parte coperta, secondo i calcoli del comitato organizzatore. Nel dettaglio, 31,5 milioni sono pronti ad arrivare dalle iscrizioni dei 456 mila pellegrini e 30 mila volontari; 16,5 milioni dal contributo di alcuni grandi imprese spagnole e 2,5 milioni da donazioni private.


Il peso della visita sulle tasche dei cittadini


Il papa arriva in una Spagna devastata da una crisi economica
ormai diventata cronica, oltre a quella politica aperta da Zapatero con l’annuncio delle elezioni anticipate. In più, dato non trascurabile, c’è la disoccupazione, che a maggio – secondo Eurostat – ha toccato il 21,2%, il tasso più alto d’Europa.
In questo contesto l’enorme spesa sostenuta per la Jornada mundial de la juventud è guardata con sospetto anche perché, se è vero che lo Stato non sostiene spese dirette, lo stesso non si può dire per quelle indirette, dovute alle esenzioni fiscali di cui godono le imprese patrocinanti e ai mancati guadagni per le varie convenzioni.
13 MILIONI DI PERDITE. Considerando l’evento «di interesse pubblico», lo Stato applica la detassazione sul 15% della spesa sostenuta dalla imprese – tra le quali si annoverano pilastri dell’economia spagnola come Telefónica e Iberia – che secondo esperti tributari contattati da El País arrecheranno alle casse dello Stato un mancato introito di almeno 13 milioni di euro. E nel caso dei privati, la deducibilità sulle donazioni arriva al 40%.
20 MILIONI PER I TRASPORTI. Anche l’azienda del trasporto pubblico madrileno è stata messa al servizio dei 'papa boys'. L’abbonamento speciale per autobus, metro e ferrovie metropolitane costa l’80% in meno della tariffa normale, con una previsione di un calo degli incassi di 20 milioni.
Il peso aggiuntivo degli almeno 100 lavoratori richiamati dalle ferie per i turni straordinari è stimato in 60 mila euro. Tra gli altri costi indirettamente sostenuti dallo Stato ma difficili da quantificare ci sono l’acqua, la luce e l’uso dei 693 edifici pubblici predisposti per il pernottamento di pellegrini e volontari.


La protesta dei laici: «Dalle mie tasse, al papa zero»


Tuttavia gli organizzatori, pur senza specificare il dettaglio della previsione, calcolano che l’incontro tra Benedetto XVI e i giovani cattolici può portare sul territorio della Spagna incassi per 100 milioni, oltre ad essere un efficace spot sia per Madrid sia per l’intera nazione.
Una cifra che, nelle intenzioni dei responsabili, serve a ripianare a lungo termine i costi fiscali e organizzativi dello Stato e del Comune di Madrid. Ciò che è certo è che oggi alcuni numeri fanno un po’ impressione, che diventa facilmente rabbia quando a leggerli sono i 4.910.200 spagnoli che cercano un lavoro. Per fare due esempi, l’allestimento delle messe di apertura e chiusura e la via crucis costano 12,5 milioni, 4,8 milioni è invece la spesa per gli zaini dei pellegrini e di 7,3 quella per i confessionali installati nelle diverse aree della manifestazione.
25 MILIONI DI BENEFICI FISCALI. Secondo le associazioni Europa Laica, Ateos y librepensadores de Madrid (Amal) e Redes Cristianas, corrisponde a 25 milioni (e non a 13) l’importo dei benefici fiscali concessi alle imprese finanziatrici dell’evento e che peseranno sui contribuenti. In 5 mila aderiranno alla manifestazione organizzata da questi gruppi all’insegna del motto: «Dalle mie tasse, al papa zero».
Così, in quello che è forse il momento di più grave instabilità economica e politica della Spagna democratica, la XXVI Giornata mondiale della gioventù diventa anche l’occasione per manifestare il malcontento per la crisi che sta attraversando il Paese.
IL PAESE DELL'OPUS DEI. La protesta, che ha trovato anche l’appoggio di centinaia di manifestanti esterni al movimento laico, è ancora più significativa perché accade del Paese in cui è nato il potentissimo Opus Dei e dove la Chiesa è spesso stata protagonista di ingerenze nella cosa pubblica, a partire dall’appoggio al regime di Francisco Franco.
Mercoledì, 17 Agosto 2011
 
 

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