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sabato 20 agosto 2011

NOZIONI ELEMENTARI DI SIGNORAGGIO
«Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi» Rothschild, alla Ditta Ikleheimer, Morton e Vandergould di New York, 26 giugno 1863

«Quando uno Stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi stessi e non i capi dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro» Napoleone Bonaparte

«Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischio di chi fa le leggi»
Mayer Anselm Rothschild fondatore Rothschild Bank
« E' una fortuna che la gente non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perche’ se lo facesse, credo che scoppierebbe la rivoluzione prima di domani»
Henry Ford, fondatore della Ford Motor Company
«Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente. » Thomas Jefferson
Prefazione
Questa presentazione si prefigge di far luce sulla vera natura e funzione del denaro e si propone di illustrare dei concetti chiave, necessari per una basilare comprensione della problematica monetaria. La conoscenza del signoraggio primario (rendita monetaria da parte delle banche centrali) e quello secondario (moneta creditizia creata dal nulla dalle banche commerciali), sono imprescindibili per apprezzare l’importanza della problematica monetaria nella sua interezza.
Questa relazione ha lo scopo di chiarire come la moneta, dalla sua funzione originaria di credito, sia diventata debito. Questo documento non vuole e non deve essere inteso come una critica al denaro ed al suo utilizzo. Chi ha scritto quanto segue crede fermamente che il denaro, inteso come merce di scambio, sia stata una delle più importanti ed ingegnose invenzioni dell’uomo.
Il Signoraggio
In passato il ‘Signore’ (ossia il nobile di turno) aveva la prerogativa di ‘battere moneta’ e quindi di coniarla e metterla in circolazione. Il Signore era solito esercitare un ‘aggio’, ovvero una ‘tassa’ sul conio del denaro, corrispondente alla differenza fra la spesa di conio ed il valore facciale della moneta. Un esempio pratico potrebbe essere che il signore per coniare una moneta, necessitava 10 grammi d’oro. In realtà ne utilizzava 9 più uno di metallo non nobile. S’incamerava quindi un grammo d’ oro su ogni moneta da lui coniata. Questa rendita monetaria (al tempo ancora modica nelle proporzioni) era chiamata Signoraggio.
Gli Orafi ed il credito
La carta moneta, quella che oggi conosciamo con il nome di banconota, in origine era ‘nota di banco’, cioè un simbolo indicante la quantità di oro o argento depositato nei forzieri di una banca. In altre parole una mera ‘ricevuta di deposito’. E' importante notare che le ‘banche’ dell’epoca erano gli orafi dotati di forzieri presso cui la gente, per sicurezza, depositava il proprio oro e riceveva in cambio una ‘banconota’, una ricevuta appunto, dell’ammontare del deposito effettuato. Il depositario munito di banconota poteva su richiesta redimere la ricevuta in oro.
Sfortunatamente gli orafi ebbero un’intuizione epocale che cambiò per sempre il corso della storia. Gli orafi, infatti, si accorsero che statisticamente solo una piccola percentuale (10%) dei depositari ritirava ingenti somme d’oro dai forzieri. La gente, di fatto, trovava molto più pratico e dinamico l’utilizzo della nota di banco. Gli orafi ne conclusero che se avessero ‘stampato’ note di banco ‘scoperte’ cioè create dal nulla, (perchè dal nulla garantite), nessuno se ne sarebbe accorto. Si cercava in pratica di prestare molto più oro di quello che effettivamente esisteva in cassa. Gli orafi quindi avrebbero potuto utilizzare queste note di banco e girarle come prestiti di denaro, gravati da interesse, a chi lo necessitava per investire, pagare debiti o acquistare merce, generando così profitti astronomici. La storia c’insegna che l’intuizione degli orafi fù giusta oltre che malvagiamente geniale. Nacque così la banca moderna, la riserva frazionaria ed il concetto di credito.
Banche Nazionali e Signoraggio primario
Gli stati ed i governi di tutto il mondo hanno, proprio come le persone, un’innata necessità di denaro. Lo stato necessita denaro per far fronte alle molteplici spese in cui deve incorrere (infrastrutture, sanità, pensioni, stipendi, ecc). Il bilancio di uno stato è essenzialmente costituito da due voci. Una è il gettito fiscale (entrate), l’ altra è la spesa pubblica (uscite).
Quando le uscite superano le entrate si ha un deficit (debito pubblico). Lo stato può quindi fare due cose per appianare il deficit, aumentare la pressione fiscale e ridurre la spesa pubblica. A prima vista sembrerebbe una pratica semplice e diretta.
Perchè tutti gli stati sono sommersi da astronomici debiti pubblici? Le ragioni risiedono nell’emissione monetaria.
Per supplire all’ inevitabile esigenza di danaro gli stati moderni chiedono in prestito la massa monetaria a loro necessaria alla rispettiva banca nazionale, oggi meglio conosciuta come banca centrale. La banca centrale nazionale elargisce il prestito allo stato e lo grava di interesse (TUS o TUR). Lo stato a sua volta ripaga questo prestito tramite l’emissione di titoli di stato (Bot e Cct) per un pari valore al prestito richiesto alla banca. Questa situazione di apparente normalità cela in effetti la più grande truffa mai perpetrata ai danni dei popoli del mondo moderno. Per apprezzarne la gravità è necessario fare due premesse.
  1. Il denaro non è più garantito dall’oro
La convertibilità del denaro in oro è di fatto cessata con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods nel 1971. Da questo preciso momento storico il denaro cartaceo può essere convertito solamente con altro denaro cartaceo. In passato un cittadino italiano qualsiasi avrebbe potuto portare la sua banconota da centomila lire alla banca d’Italia e farsi dare il corrispettivo in oro. Oggi una banconota da cento euro può essere cambiata solo con un’altra banconota da cento euro. Questo che cosa significa? Significa che oggi il denaro al momento della sua stampa ed emissione vale come la carta straccia. Non essendo più garantito da un valore reale le banconote oggi non sono altro che dei pezzi di carta colorati ai quali attribuiamo un dato valore in quanto buoni per il pagamento delle tasse e generalmente accettati dal mercato per comprare beni e servizi. Il valore di questi biglietti risiede quindi nella loro accettazione da parte della collettività e nella fiducia che in essi viene riposta come merce di scambio convenzionale.
Il denaro ha dunque le caratteristiche di essere: a) immateriale, b) collettivo, c) di avere un valore condizionato:
a) immateriale perché la strumentalità risiede nella convenzione monetaria. A conferma di ciò sta il fatto che, se si dichiara una moneta fuori corso, essa, pur senza perdere la sua integrità fisica. perde il suo valore. Ciò avviene perché il simbolo ha perso la sua rilevanza giuridica. In breve. perché è venuta meno la convenzione sociale che attribuiva al simbolo il tipico valore monetario.

b) collettivo in quanto ha la caratteristica di essere ad un tempo unita di misura convenzionale del valore dei beni e valore della stessa misura che diventa pertanto oggetto di scambio. E' la collettività stessa che accettando la moneta come unita di misura e mezzo di pagamento ne crea e conserva il valore, sicché la moneta non sarebbe concepibile se non nell'ambito di una collettività che ne usa. Questa caratteristica assume importanza di grande rilievo nell'ordinamento internazionale del sistema monetario, perché quando di questa convenzione monetaria partecipano differenti Stati, nasce un interesse comune alla stabilità ed alla difesa dei valori monetari che costituisce un incentivo alla pacifica coesistenza ed al coordinamento dei sistemi economici.
c) di aver un valore condizionato dalla esistenza di beni da misurare nel valore. Questa condizione è comune a qualsiasi unita di misura. Ed è questa una precisazione fondamentale per evitare l'equivoco di ritenere la moneta "rappresentativa" del valore dei beni esistenti sul mercato quasi fosse una specie di titolo di credito o fede di deposito.
  1. Le banche centrali sono delle S.p.a.
Benché la maggior parte delle banche centrali nazionali siano ritenute proprietà dello stato, la verità è che sono delle agenzie di credito private, istituite con il solo scopo di massimizzare i profitti dei loro azionisti. I due casi più eclatanti di quest’anomalia a norma di legge sono sicuramente la Federal reserve bank (banca centrale nazionale americana) e la BCE.
Da queste due premesse deriva una scioccante rivelazione. Tutto il denaro in circolazione è gravato da debito ancora prima che arrivi nelle casse dello stato e venga accettato ed utilizzato dai suoi cittadini.
Infatti, quando lo stato chiede in prestito una data massa monetaria, supponiamo 100 bilioni di euro, la banca centrale, stampa ed emette 100 bilioni in banconote di tagli diversi (5,10,50,100, ecc) spendendo 0,30 centesimi di euro a taglio. Questi pezzi di carta sono senza valore al momento della loro emissione perchè non garantiti da collaterale (oro), ma vengono prestati per il loro valore facciale (ovvero 100 bilioni) allo stato.
La banca centrale non si comporta quindi come una normale tipografia, ma come un’effettiva agenzia di credito. La differenza fra il costo di stampa ed il valore facciale delle banconote viene, di fatto, incamerato dalla banca centrale. Questa esorbitante rendita monetaria è conosciuta come signoraggio primario ed è incamerata da un’agenzia di credito completamente privata che conosciamo con il nome di banca centrale.
Inoltre questo prestito viene gravato di un interesse (oggi al 4%) conosciuto come tasso di sconto o di riferimento. In pratica su una banconota da 100 euro il signoraggio è pari a 100 – 0,30 = 99,70 + 4% = 103,70 €.
Quando quindi il denaro viene accettato e speso dagli ignari cittadini, è gravido di un debito pari al 103,70 %.
Non si può dire lo stesso dell’emissione monetaria concernente la moneta metallica. Infatti, il conio e l’emissione delle monete è lasciato allo stato che ne incamera un modesto signoraggio in quanto molte monetine comportano un costo di conio maggiore del loro valore facciale ( il materiale utilizzato è molto più costoso della carta come nel caso di bronzo, argento, rame, ecc).
(WWW.TRADIZIONE.BZ)

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