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martedì 2 agosto 2011

Bari, la rivolta dei migranti

Scontri con la polizia, 35 feriti. Poi la pace.
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La mattina dell'1 agosto, alcune centinaia di immigrati ospiti del Centro di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara) di Bari hanno bloccato strade e binari nei pressi della struttura per protestare contro le lungaggini burocratiche che ritarderebbero il rilascio dello status di rifugiati (guarda il video). Dopo pochi minuti c'è stato uno scontro con le forze dell'ordine, che poi è stato sedato. A intervenire è stato anche l'assessore regionale pugliese alle politiche migratorie, Nicola Fratoianni, che ha raggiunto il centro per tentare una mediazione e indurre le forze di polizia ad attenuare la pressione sui manifestanti, che si trovano sparpagliati in gruppi nelle campagne circostanti il Centro dove si sono succedute nelle ultime ore cariche di polizia e violente sassaiole da parte dei manifestanti.
BLOCCATA LA STATALE. I migranti hanno bloccato la strada Statale 16 bis in entrambe le direzioni di marcia e diversi binari. Alcuni sono armati di spranghe di ferro e pietre e hanno attaccato gli agenti. In tutto si contano una trentina di feriti lievi, anche tra alcuni passanti. Ma si tratta per lo più di personale delle forze dell'ordine che ha subito contusioni per il lancio di sassi da parte degli immigrati. I manifestanti hanno anche assaltato un autobus di linea che è stato bloccato e danneggiato a sassate così come alcune auto della polizia.
«VOGLIAMO I DOCUMENTI». «Vogliamo i documenti»: così Mohamed, uno degli immigrati che partecipa alla protesta, ha risposto alla domanda di un cronista dell'emittente Telenorba che gli chiedeva i motivi della manifestazione degenerata in scontri. Mohamed ha aggiunto di essere ospite del Cara di Bari da sette mesi e di non sapere ancora nulla della sua richiesta di asilo.
«Se abbiamo i documenti lasciamo la barricata» ha aggiunto un altro manifestante. Le forze dell'ordine, in tenuta antisommossa e utilizzando anche gas lacrimogeni, hanno costretto i manifestanti ad indietreggiare e stanno cercando di riportarli nelle vicinanze del Centro di accoglienza richiedenti asilo.
FUOCHI E MASSI SULLA FERROVIA. Gli immigrati hanno acceso inoltre alcuni fuochi lungo la linea ferroviaria e dislocato massi lungo i binari per bloccare la circolazione dei treni. I blocchi sono stati progressivamente rimossi dalle forze dell'ordine e dal personale delle Ferrovie e attualmente i binari sarebbero stati liberati così come la Statale 16.

Gli immigrati lanciano sassi contro gli agenti, la polizia arretra

Con una serie di cariche le forze dell'ordine, polizia e carabinieri in assetto antisommossa, hanno cercato di far retrocedere i manifestanti verso l'area del Cara. Gli immigrati continuano però ad opporre resistenza. Tanto che un gruppo di loro è stato isolato nelle campagne attorno alla ferrovia dalla polizia, ma al tentativo di farli retrocedere, hanno reagito con lanci di sassi contro i poliziotti. Le forze dell'ordine sono così arretrate andandosi a riparare dietro due automezzi.
A nulla sono valsi i lanci di lacrimogeni e la presenza dall'alto di un elicottero della polizia che ha tentato di disperdere i manifestanti. Dopo aver messo in fuga le forze dell'ordine, gli immigrati hanno cominciato a lanciare sassi anche contro i giornalisti, che si sono rifugiati su un cavalcavia che sovrasta la zona degli scontri.
PIETRE CONTRO GLI INVIATI DI TELENORBA. Durante i disordini anche una troupe televisiva di Telenorba è stata oggetto di una sassaiola. Un giornalista della rete televisiva locale, con il suo operatore, erano riusciti a raggiungere alcuni manifestanti lungo la linea ferroviaria e ne stavano intervistando uno quando altri immigrati si sono avvicinati e hanno cominciato a lanciare sassi senza riuscire a colpire nessuno.
ALCUNI FERMATI. Alcuni manifestanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine, ma ancora non sono stati condotti in Questura perché altri immigrati, concentratisi soprattutto sui binari delle Ferrovie dello Stato, lanciano ad intermittenza sassi per impedire che i mezzi di polizia e carabinieri si allontanino dalla zona.
Un manifestante è stato invece ammanettato e arrestato, e quindi medicato sul posto per alcune ferite che aveva sulle braccia. La zona continua ad essere sorvolata da un elicottero della polizia, mentre gli agenti sono dislocati in varie postazioni.
La protesta degli immigrati ospitati nel Cara di Bari ha riguardato anche lo stesso Centro di accoglienza richiedenti asilo, dove è stata danneggiata da un incendio una tensostruttura. Il Cara è presidiato da un massiccio contingente di forze dell'ordine in attesa che dall'esterno si riesca a far rientrare i manifestanti.
L'INTERVENTO DELL'ASSESSORE. A cercare di riportare la calma è stato anche l'assessore regionale pugliese alle politiche migratorie, Nicola Fratoianni, che ha raggiunto il centro per tentare una mediazione con l'assessore all'Accoglienza del comune di Bari, Fabio Losito. Nel Cara c'é anche il prefetto vicario, Antonella Bellomo.
L'intervento di Fratoianni è volto ad indurre le forze di polizia ad attenuare la pressione sui manifestanti, che si trovano sparpagliati in gruppi nelle campagne circostanti il Centro di accoglienza dove si sono succedute nelle ultime ore cariche di polizia e violente sassaiole da parte dei manifestanti. Nel corso delle cariche alcuni poliziotti sono stati colti da malore e sono stati soccorsi dagli operatori del 188 che presidiano la zona.
CANCELLATI 10 TRENI. In seguito alla protesta degli immigrati, la circolazione ferroviaria sulla linea Bari-Foggia è stata interrotta tra le fermate di Bari Zona Industriale e Bari Palese. Lo rendono noto le Ferrovie dello Stato con un comunicato. Lo stop ha causato fino ad ora la cancellazione di 10 treni regionali e ritardi per sei convogli a lunga percorrenza. Le Ferrovie dello Stato hanno attivato un servizio di bus sostitutivi.

Verso la pacificazione

Sembra aver avuto successo la mediazione realizzata lungo il perimetro del Cara tra funzionari della prefettura, della questura, e rappresentanti del Comune e della Regione Puglia. Gli immigrati, a piccoli gruppi, stanno rientrando nel Cara mentre altri gruppi, che sono dislocati lungo il recinto ma più distanti, stanno ascoltando dagli altri immigrati le condizioni per il rientro. A quanto si è appreso è stato chiesto a tutti coloro che hanno partecipato alla protesta di abbandonare le ostilità e di rientrare tranquillamente al centro in attesa che mercoledì 3 agosto si svolga nella prefettura di Bari un vertice presieduto dal sottosegretario Mantovano per trovare una soluzione per la situazione.
IL VERTICE CON MANTOVANO. Al vertice sono attesi il capo del dipartimento delle Libertà civili ed il presidente della Commissione nazionale per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. L'obiettivo, e anche la speranza degli immigrati, è quello di ottenere i permessi umanitari per regolarizzare la loro situazione in Italia. Al termine della protesta sono stati 30 gli immigrati fermati e condotti in Questura, dove la loro posizione è restata al vaglio degli inquirenti.
LIBERATI I BINARI. Nel pomeriggio è stata anche liberata la tratta di binari delle Ferrovie dello Stato, adiacente al Cara di Bari, occupata dagli immigrati. Tecnici delle Ferrovie dello Stato stanno ispezionando i binari per assicurarsi che la tratta ferroviaria sia in sicurezza. Diversi convogli di Trenitalia sono ancora bloccati in prossimità delle stazioni a nord di Bari e ai passeggeri è stato messo a disposizione un servizio sostitutivo di bus.

La Regione Puglia reclama un «impegno forte» del Governo

«Ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria ed è impensabile che il Governo tratti questa situazione come una cosa ordinaria. Ci vuole una presa di posizione forte».
Lo ha detto l'assessore regionale pugliese alle Politiche dell'immigrazione, Nicola Fratoianni, che ha condotto insieme con il prefetto vicario, Antonella Bellone, e a funzionari della questura e dirigenti del Comune di Bari, la trattativa con gli immigrati che hanno protestato all'esterno del Cara di Bari per chiedere l'accelerazione dei tempi per il rilascio dei permessi di soggiorno.
«UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA OVUNQUE». «Il problema», ha detto Fratoianni, «non riguarda solo il Cara di Bari, perché rivolte ci sono state in altri centri e la situazione è esplosiva dappertutto. Serve una risposta urgente per motivi umanitari, è una cosa che il governo può fare in tempi rapidi, con un decreto».
«La manifestazione dell'1 agosto è sicuramente da stigmatizzare per gli aspetti violenti che ha avuto ma non bisogna dimenticare che alla base c'é un'esasperazione di queste persone, che attendono da mesi una risposta alla loro richiesta di asilo», ha dichiarato Fratoianni.

Il prefetto Bellone offre garanzie scritte agli immigrati

Il prefetto vicario, Antonella Bellone, ha firmato un impegno scritto a «dare una risposta alla richiesta degli immigrati entro mercoledì prossimo 3 agosto, dopo l'incontro previsto in prefettura con il sottosegretario Alfredo Mantovano».
Era questa l'ultima condizione chiesta da tutti gli immigrati che hanno partecipato alla violenta protesta di questa mattina per rientrare pacificamente nel Centro di accoglienza.
L'impegno della prefettura è stato scritto a mano su un foglietto e consegnato agli immigrati. Dopo una breve consultazione i manifestanti hanno cominciato ad allontanarsi dai binari e a rimuovere gli ostacoli che avevano lasciato lungo la linea ferroviaria. Contemporaneamente alcuni di loro hanno cominciato a rientrare nel Cara.

Livia Turco (Pd): «Un fallimento della politica del Governo»

«La protesta nel Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Bari ha confermato quanto avevamo previsto e sempre denunciato: le strutture e la gestione, da parte di questo governo dei richiedenti di asilo e degli immigrati clandestini, sono totalmente inadeguate e sbagliate. La repressione attuata, puntualmente, da questa maggioranza non porta a nulla se non ad un peggioramento della situazione».
Lo ha detto la responsabile immigrazione del Partito democratico Livia Turco. «Quanto accaduto a Bari», ha sottolineato, «è la dimostrazione che questo governo è addirittura incapace di applicare le procedure indispensabili per il diritto di asilo. Desta quindi enorme preoccupazione che l'Italia di Berlusconi-Maroni-Bossi, non riesca ad applicare un principio base, come il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo, previsto nella Dichiarazione universale dei diritti umani».
CALIPARI: «CARA, UNA PRIGIONE PER INNOCENTI». «Dopo i gravissimi fatti di pestaggi e scontri violenti, avvenuti in questi giorni al Cie di Ponte Galeria, a Lampedusa e al Cara di Bari, il Governo riveda subito le sue posizioni, adottando misure più ragionevoli e più rispettose dei diritti civili: non è tollerabile il carcere per gli innocenti».
Lo ha chiesto la senatrice del Pd Rosa Calipari la cui presenza è prevista il 2 agosto al presidio organizzato da associazioni, sindacati e rete di associazioni, davanti al Senato per dire «no» al decreto Maroni sui rimpatri.
«MISURE INTOLLERABILI IN UN PAESE CIVILE». «I Cie», ha affermato Calipari, «sono luoghi dove i diritti delle persone sono sospesi e dove non è garantita nessuna tutela legale e nessun rapporto con il mondo esterno. Prolungare i tempi passando da sei mesi a 18 è una vera vergogna oltre a essere una misura disumana: trattenere per 18 mesi innocenti è più punitivo del carcere, si tratta di persone che non hanno subito nessun processo. Non è più tollerabile che in un paese civile come l'Italia siano previste misure così indegne, disumane e ingiuste».

Per la pidiellina Bertolini «la sinistra sta coi violenti»

«Come sempre a sinistra vige solo la voglia di strumentalizzare. Eppure di fronte a gesti come quelli di Bari non ci dovrebbero essere giustificazioni di sorta. Invece dal Pd non arriva una netta condanna della violenza degli immigrati contro le nostre forze dell'ordine, ma un patetico tentativo di dare la colpa al Governo».
Così la parlamentare del Popolo della libertà Isabella Bertolini ha indirettamente risposto alle voci levatesi dal Partito democratico.
«Esprimendo la solidarietà a Polizia e Carabinieri», ha aggiunto, «mi auguro che gli autori della violenze siano prontamente e severamente puniti e poi espulsi dal nostro Paese, perché gente del genere non ne vogliamo. Mi auguro anche che, a sinistra, si smetta di strizzare l'occhio ai violenti e che questi signori inizino ad avere quel senso delle Istituzioni di cui sono fortemente carenti».
RIZZI, LEGA NORD: «TOLLERANZA ZERO, VIA ALLE ESPULSIONI». «Non si può transigere. L'attacco alle forze dell'ordine da parte di immigrati nordafricani a Bari non si può derubricare come semplice protesta. Chiediamo che la magistratura vada fino in fondo e si dia l'avvio ai provvedimenti di espulsione».
Lo ha dichiarato il senatore della Lega Nord Fabio Rizzi che ha espresso la più sincera solidarietà e vicinanza alle forze di polizia.
«IL DIRITTO DI ASILO NON ESISTE». «L'asilo», ha aggiunto Rizzi, «non è un diritto e fino a prova contraria dobbiamo valutare chi entra nel nostro Paese e poi diventa un richiedente asilo. Poi si scopre che sono violenti e noi ce li dobbiamo tenere. No. Così non va. Non possiamo assistere a scene violente come quelle di Bari e i nostri poliziotti non sono birilli da colpire».
«Spero che ora», ha concluso il senatore leghista, «non si presenti il solito politico e avvocato di qualche organizzazione umanitaria che prenda questi violenti sotto la loro tutela».
Lunedì, 01 Agosto 2011

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