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domenica 3 aprile 2011

Intervento della Santa Sede a Vienna su un mondo senza armi atomiche
Il Vaticano continua a sostenere l'uso dell'energia nucleare per fini pacfici ma l'energia nucleare cosiddetta pacifica è putroppo strettamente legata a quella militare. Le scorie vengono infatti usate per le armi nucleari.

ROMA, mercoledì, 22 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l'intervento pronunciato il 21 settembre a Vienna da monsignor Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, alla cinquantaquattresima Conferenza generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica.
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Presidente,
ho l'onore di trasmettere a lei, al Direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), dr. Yukiya Amano, e a tutti i partecipanti a questa cinquantaquattresima Conferenza Generale dell'Aiea i migliori auspici e i saluti cordiali di Sua Santità Papa Benedetto XVI, che incoraggia «gli sforzi della comunità internazionale volti a ottenere un progressivo disarmo e un mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo di sviluppo integrale dell'umanità presente e di quella futura» (Messaggio in occasione della celebrazione della Giornata mondiale della pace 2010, n. 11).
Nello spirito delle parole di Papa Benedetto, la Santa Sede è convinta che l'Aiea può guardare con soddisfazione a ciò che ha conseguito dalla sua fondazione, in base ai tre pilastri del suo mandato: tecnologia, sicurezza e verifica. Tuttavia ancora molte sfide in futuro devono essere affrontate. Molte di esse sono state sottolineate dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tpn), di cui si è svolta di recente la Conferenza di Riesame e per il quale gli Stati membri si sono impegnati.
La Santa Sede considera il Tpn come la pietra d'angolo del regime globale di non proliferazione nucleare, la base per perseguire il disarmo nucleare, e un importante elemento per l' ulteriore sviluppo delle applicazioni dell'energia nucleare a scopi pacifici.
Poiché il Tpn è l'unico strumento legale multilaterale disponibile teso a un mondo libero dalle armi nucleari, non bisogna mai permettere che venga indebolito.
L'entrata in vigore del Trattato sull'interdizione globale degli esperimenti nucleari (Ctbt) sta assumendo la massima priorità, così come la ratifica, da parte di tutti gli Stati, in particolare di quelli che possiedono armi nucleari, dei Protocolli ai Trattati sulle zone libere da armi nucleari. A questo proposito, la Santa Sede riafferma il suo forte sostegno agli sforzi per stabilire una di queste zone in Medio Oriente. Le zone libere da armi nucleari sono l'esempio migliore della fiducia, della convinzione e dell'affermazione che la pace e la sicurezza sono possibili senza il possesso di armi nucleari.
L'umanità merita non meno che la totale cooperazione di tutti gli Stati su questo importante argomento. Ogni elemento del programma di non proliferazione e di disarmo deve essere basato sui principi del valore preminente e innato della dignità umana e della centralità della persona umana, che costituiscono la base del diritto umanitario internazionale. Sua Santità Papa Benedetto xvi, nel suo appello ai partecipanti alla conferenza delle Nazioni Unite per la Revisione del Tpn del 2010, ha affermato: «Il processo verso un disarmo nucleare concertato e sicuro è strettamente connesso con il pieno e sollecito adempimento dei relativi impegni internazionali. La pace, infatti, riposa sulla fiducia e sul rispetto degli obblighi assunti, e non soltanto sull'equilibrio delle forze. In tale spirito, incoraggio le iniziative che perseguono un progressivo disarmo e la creazione di zone libere dalle armi nucleari, nella prospettiva della loro completa eliminazione dal pianeta. Esorto, infine, tutti i partecipanti alla riunione di New York a superare i condizionamenti della storia e a tessere pazientemente la trama politica ed economica della pace, per aiutare lo sviluppo umano integrale e le autentiche aspirazioni dei Popoli».
Signor Presidente, fin dalla sua fondazione, l'Aiea è stata un punto di riferimento insostituibile per la cooperazione internazionale nell'uso della energia nucleare a scopi pacifici e per lo sviluppo umano integrale, come ha affermato Papa Benedetto xvi. A questo proposito, la Santa Sede accoglie il Regno dello Swaziland come nuovo Stato membro della famiglia dell'Aiea.
Il programma di Cooperazione tecnica dell'Agenzia è uno degli strumenti principali di trasferimento della scienza e della tecnologia nucleari agli Stati membri per promuovere lo sviluppo integrale, sociale ed economico. Le sue iniziative, quando modellate sulle necessità degli Stati destinatari e dei loro interlocutori nel contesto delle priorità nazionali, contribuiscono a combattere la povertà e quindi anche a una soluzione più pacifica dei gravi problemi che l'umanità deve affrontare.
Le tecniche nucleari e isotopiche si sono dimostrate sempre più utili nel soddisfare le necessità umane e nell'affrontare grandi sfide, in particolare nel mondo in via di sviluppo. La attività di ricerca e i progetti di cooperazione tecnica realizzati negli ultimi anni o ancora in corso continuano a produrre risultati incoraggianti e a indicare modalità innovative per affrontare problemi che affliggono quotidianamente un gran numero di persone. Gli sforzi dell'Aiea in questo campo sono molto apprezzati e dovrebbero proseguire in cooperazione e collaborazione feconda con i Paesi destinatari.
Presidente, queste applicazioni pacifiche di tecniche nucleari possono apportare, in numerosi modi, un contributo significativo alla risposta ai problemi più urgenti, per esempio la gestione delle forniture di acqua potabile, la produzione di colture che rendano un raccolto migliore o abbiano una tolleranza maggiore al sale nei climi aridi, l'eliminazione non pericolosa per l'ambiente di parassiti che sono veicoli di malattie, o comunque dannosi. Fra le altre cose, queste applicazioni si possono utilizzare in modo efficace nello studio della malnutrizione dei bambini e nella diagnosi e nel trattamento delle malattie.
In questo contesto, desidero menzionare il ruolo particolare dei radionuclidi utilizzati nella diagnosi e nella cura di malattie maligne. La radioterapia è uno dei trattamenti fondamentali del cancro, e più del cinquanta per cento dei pazienti colpiti da questa malattia beneficerebbe di tale terapia, utilizzata sia da sola, sia unita a chemioterapia e chirurgia. Tuttavia, nel mondo in via di sviluppo, più della metà del numero dei pazienti colpiti dal cancro non avrà accesso alla radioterapia a causa della mancanza di apparecchiature adeguate e di personale sufficientemente formato con esperienza in medicina clinica e in fisiatria. Quindi, l'argomento del Forum Scientifico di quest'anno è molto importante.
La Santa Sede apprezza l'opera e gli sforzi dell'Aiea e dei suoi interlocutori per la pianificazione e il progresso dei programmi di controllo del cancro, che includono la fornitura e la modernizzazione delle apparecchiature essenziali e la formazione adeguata dei medici, dei fisiatri e dei tecnici nonché lo scambio mondiale di informazioni importanti. Uno dei compiti principali dell'Aiea è stato quello di elaborare e perfezionare i criteri e i Codici di Pratica nella dosimetria delle radiazioni. La rete mondiale dei laboratori che si occupano dei criteri di dosimetria offre servizi di taratura agli ospedali, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, per sostenere i loro programmi di garanzia della qualità.
La Santa Sede desidera incoraggiare l'Aiea a proseguire e rafforzare tutte le sue importantissime attività. In questo contesto, la Santa Sede deside ra evidenziare il Programma di azione per la terapia del cancro (Patc), volto a rafforzarne la capacità di aiutare gli Stati membri nel gravoso compito di combattere il cancro e di creare centri di radioterapia regionali di eccellenza.
In conclusione, Presidente, desidero ricordare una frase del compianto Papa Giovanni Paolo II sul concetto di «ecologia umana», che è un altro prerequisito dello sviluppo sostenibile: «Mentre ci si preoccupa giustamente....di preservare gli "habitat" naturali delle diverse specie animali minacciate di estinzione.... ci si impegna troppo poco per salvaguardare le condizioni morali di un'autentica "ecologia umana"» (enciclica Centesimus annus, n. 38). Papa Benedetto xvi ha sviluppato questa affermazione dicendo che «quando l'"ecologia umana" è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio... il libro della natura è unico, sia sul versante dell'ambiente come su quello dell'etica personale, familiare e sociale. I doveri verso l'ambiente derivano da quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altri» (Messaggio per la Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2010, n. 12).
È in questo modo che la Santa Sede considera, e invita anche gli altri a considerare, il contributo dell'Aiea alla «pace, alla salute e alla prosperità».
[L'OSSERVATORE ROMANO - Edizione quotidiana - del 23 settembre 2010]



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