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sabato 21 maggio 2011

Il silenzio è complice
DI ELIO VELTRI
La violenza e i morti, si sa, sono televisivi e fanno la loro figura anche sulla carta stampata. Il denaro sporco che passa da una banca all’altra, da una società finanziaria all’altra, da un paradiso fiscale all’altro, non lo è. Il riciclaggio, in Italia, pesa più del 10% del Pil, contro il 5% a livello mondiale, secondo le stime del FMI.
Lo ha detto il vice Direttore Generale della Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola la quale ha aggiunto ''Si tratta di flussi di denaro illecito che assumono rilevanza anche sul piano macroeconomico e sono suscettibili di generare gravi distorsioni nell'economia legale, alterando le condizioni di concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i meccanismi fisiologici di allocazione del risorse, con riflessi, in definitiva, sulla stessa stabilita' ed efficienza del sistema economico''.
Parole e numeri che abbiamo ripetuto e scritto fino alla noia, che ora vengono confermate da Bankitalia. E sarebbe stato meglio per il paese se ci fossimo sbagliati. Poiche' il prodotto interno lordo dell'Italia nel 2009 e' stato di 1520 miliardi di euro, l'ammontare totale del riciclaggio di denaro sporco nel nostro paese e' stimato da Banca d'Italia in circa 150 miliardi di euro. Sono triplicate anche le segnalazioni di operazioni sospette. E’ sempre la dottoressa Tarantola che lo afferma sottolineando che "le segnalazioni di operazioni sospette, circa 12.500 nel 2007, si sono triplicate, divenendo oltre 37mila nel 2010. Il trend di crescita risulta in notevole accelerazione: +16% nel 2008, +44% nel 2009, +77% nel 2010".
E il maggior numero di esse, rispetto alle altre regioni, sono state inviate agli organi competetenti in Lombardia e a Milano. Ma "non può però considerarsi soddisfacente - ha sottolineato la Tarantola in un intervento alla Scuola superiore dell'economia e delle finanze - il fatto che l'aumento delle segnalazioni sia dovuto quasi esclusivamente agli intermediari bancari e finanziari e alle poste. Dai professionisti e dagli altri operatori - ha aggiunto - sono pervenute nel 2010 solo 223 segnalazioni (erano 136 nel 2009 e 173 nel 2008), di cui un terzo dai dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali, circa un quinto dai notai". Insomma, i professionisti non collaborano con l’UIF della Banca d’Italia nè con la Guardia di finanza, che si occupano di riciclaggio.
Ho faticato a cercare sui tg, sui quotidiani più diffusi e sui settimanali, la notizia data dal vice direttore generale di Bankitalia sul denaro sporco e riciclato che circola nel nostro paese e non ne hanno fatto menzione neanche i politici di partito e di governo che affollano quotidianamente le reti televisive, nonostante parlassero, si fa per dire, di economia. La retorica dell’antimafia fa molto schic di fronte alle telecamere, crea personaggi virtuali e inesistenti, commuove milioni di cittadini, crea consensi elettorali. Ma le informazioni sulla finanza e l’economia criminale e sui criminali che sono seduti nei consigli di amministrazione di società e aziende, al grande pubblico non arrivano. Vengono accuratamente cancellate perchè altrimenti si dovrebbe parlare della provenienza e della destinazione del denaro sporco, di evasione fiscale, di corruzione e via di questo passo.
Il silenzio è complice in un paese di complici. Complici per ignoranza, per interesse, per non guastarsela con i manovratori di turno. Ma un paese così, ogni giorno, pezzo per pezzo, viene consegnato alla criminalità organizzata. E non è certo un caso che a Milano, capitale economica e finanziaria della Ndrangheta, il problema sia stato completamnente rimosso dalla campagna elettorale. E che la sindaca si sia occupata, mentendo, di un arresto e di una presunta amnistia di cui avrebbe goduto Pisapia, anzichè della presenza della ndrangheta e dei suoi uomini nelle strutture e nelle società del comune.


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