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domenica 20 marzo 2011

L'italia s'è desta!
Dunque l'Italia è di nuovo in guerra. Non bastano le guerre nelle quali siamo già coinvolti, a cominciare da quella Afghana, ora bisogna partecipare anche ad una guerra nel Mediterraneo, contro la Libia, come ai vecchi tempi delle guerre coloniali. Lo hanno deciso unanimemente tutte le “massime autorità dello Stato” (e, visto di cosa parliamo, ci si consentano le virgolette ed una grande dose di sarcasmo) , compreso il Presidente della Repubblica che della Costituzione dovrebbe essere il massimo garante.
E' incredibile come di fronte all'ennesima guerra decisa da quell'ONU, che è oramai diventata una sede di dichiarazioni di guerra e non di luogo dove le guerre devono essere scongiurate, l'Italia si accodi supina, negando la legge fondamentale del proprio ordinamento giuridico che all'articolo 11 della sua Costituzione “rifiuta la guerra”, e lo faccia unanimemente, senza alcuna opposizione parlamentare. Anzi l'opposizione parlamentare è stata la più solerte ed incalzante a che l'Italia assumesse in blocco e senza alcun distinguo le scelte dell'ONU anche se sarebbe certamente più corretto e aderente al vero se si parlasse di scelte degli USA, della Francia e della GB e dei loro più stretti alleati. Poteva mai mancare l'Italia che degli USA costituisce la portaerei nel Mediterraneo? Poteva mai mancare D'Alema bravo a rispondere signor sì ad ogni ordine che viene dalla Casa Bianca?
L'opposizione del PD non è stata in grado neppure di sfruttare i distinguo della Lega Nord, che non ha partecipato al voto esprimendo sostegno alla posizione neutralista della Germania. Non hanno partecipato al voto per l'area governativa neppure i cosiddetti “Responsabili”, ma probabilmente per altri motivi legati al rimpasto governativo mancato delle ultime ore. Non ha partecipato al voto, infine, neppure l'IDV ma solo perché la sua mozione era ancora più dura contro Gheddafi e il trattato firmato non più di due anni fa fra l'Italia e la Libia di cui ha chiesto la revoca, esprimendo invece pieno sostegno alla risoluzione dell'ONU. Dunque il governo era in minoranza e la mozione a favore della guerra non sarebbe stata approvata.
Così quelli che hanno fatto il baciamano a Gheddafi, nel senso più letterale del termine, leggasi Berlusconi, e quelli che hanno sponsorizzato la richiesta estorsiva di Gheddafi che voleva cinque miliardi di euro dall'Europa per fermare i migranti (leggasi Frattini) oggi parlano di “regime libico”, di diritti umani negati e balle varie, facendo finta di non sapere quante migliaia di morti la loro politica ha fatto nei deserti libici o nel canale di Sicilia, quanti barconi sono affondati con il loro carico umano o quante persone sono state mandate a morire di fame e di sete nel deserto perché rispediti in Libia, per consentire alla Lega e al suo governo di presentarsi come coloro che avevano risolto il problema della immigrazione clandestina.
Quelli che non più tardi di pochi mesi fa hanno tributato grandi onori a Gheddafi e che si erano impegnati con lui in un trattato nel quale tra l'altro all'art. 4 è scritto che « l’Italia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l’Italia » e all’articolo 5, « le parti definiscono in modo pacifico le controversie che potrebbero insorgere tra loro (...) per non pregiudicare la pace e la sicurezza (...)», oggi si schierano contro la Libia e Gheddafi e le opposizioni riunite del PD, IDV, UDC non eccepiscono nulla, con l'aggravante che senza il loro voto l'Italia oggi non sarebbe in guerra con la Libia vista l'assenza dal voto della Lega e dei cosiddetti “Responsabili”. Un voto che non esito a definire vergognoso perché fa strame della legalità costituzionale e degli stessi trattati bilaterali esistenti con la Libia che non sono stati neppure revocati. Questa non è rispetto della legalità né costituzionale né del diritto internazionale, questo è puro e semplice banditismo. Con l'aggravante che il capo dei banditi che si apprestano ad attaccare la Libia e che ha decretato la sua cacciata è un “premio nobel per la pace”.
Era chiaro fin dall'inizo che la questione Libia era una cosa diversa da tutto quello che è accaduto e sta ancora accadendo nel nord-Africa o nei paesi arabi diretti da dittature ultra quarantennali. (Lo abbiamo scritto su queste colonne opponendoci a qualsiasi nuova “guerra umanitaria”). Mentre in Egitto o Tunisia si è visto il popolo a milioni di persone protestare pacificamente in piazza, in Libia si sono viste immediatamente le armi e le immagini riportate dai mass-media occidentali sembravano più quelle di un grande set cinematografico dove si stavano riprendendo scene di un film che quelle di una mobilitazione di popolo reale che per sua natura è sempre nonviolenta. L'invenzione poi dei massacri mai avvenuti, come ha oramai appurato la stampa internazionale (lo stesso TG7 di Mentana lo ha dichiarato esplicitamente) ha detto chiaramente che in Libia si voleva fare la guerra a Gheddafi e si voleva sfruttare il movimento di popolo dei paesi vicini per dare una spallata ad un regime non controllabile da parte degli USA, mettendo anche in riga Berlusconi ed i suoi affari privati con Gheddafi e gli altri dittatori del resto del nord-Africa o del resto del mondo.
E' molto probabile, e qualche sito di informazioni lo ha riportato, che in Libia abbiamo operato squadre di specialisti militari USA o inglesi impegnati a coordinare i cosiddetti “insorti” e dare notizie certe e di prima mano ai rispettivi comandi militari di Washington e di Londra.
Incuranti di ciò che sta succedendo in Giappone e dei pericoli per l'intera umanità derivante dalla energia nucleare e dalla sua insicurezza intrinseca, ci si da da fare per un'altra guerra, l'ennesima, questa volta nel cuore del mediterraneo.
La guerra non sarà più a diecimila km dalle nostre coste ma direttamente ai nostri confini. E D'Alema, cosciente di che cosa questo significhi, invece di dire no a qualsiasi guerra, chiede, e il governo acconsente, la copertura della Nato contro possibili attacchi all'Italia. Che grande statista, non c'è che dire, degno della pattumiera della storia!
Occorre mobilitarsi contro la guerra, contro tutte le guerre, per il ritiro di tutte le truppe italiane da qualsiasi fronte di guerra, qualunque sia l'organismo internazionale che ha deciso quella guerra e a cui l'Italia ha aderito. La guerra è sempre criminale e chiunque la decide è un criminale e un assassino. “Tu non uccidere”, questo l'imperativo categorico che in quest'ora tragica per i destini dell'umanità bisogna gridare con forza sui tetti e in tutte le piazze del mondo. Se non ora quando?
Giovanni Sarubbi
Sabato 19 Marzo,2011 Ore: 12:19

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